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Le entra un insetto nell’orecchio, ma all’ospedale non possono fare nulla: “Sentivo un rombo da Formula 1”

Durante una vacanza in Sicilia, la scrittrice marchigiana Cecilia Galatolo si è ritrovata con un insetto di almeno un centimetro nell’orecchio. Al pronto soccorso non è stata assistita né chiamato l’otorino reperibile. Tornata nelle Marche, il suo medico di base ha estratto l’insetto e prescritto antibiotici.
A cura di Biagio Chiariello
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Una cena in terrazza, un momento di relax e poi quello strano ronzio. È quanto accaduto a Cecilia Galatolo, scrittrice marchigiana originaria di Ancona e da anni residente a Castelbellino. Una sera, mentre si trovava in vacanza in Sicilia, un piccolo insetto le è entrato nell’orecchio. La donna ha provato invano a liberarsene, ma l’animale, lungo circa un centimetro, ha continuato a sbatterle contro il timpano provocandole fastidio e preoccupazione.

Decisa a risolvere il problema, si è recata prima al pronto soccorso di Giarre, dove le hanno consigliato di rivolgersi all’ospedale Cannizzaro di Catania. Una volta arrivata, però, l’accoglienza non è stata quella sperata. Al triage il suo racconto è stato accolto con incredulità e ironia:

“Cosa? Non ci credo, dai. Comunque non possiamo farti nulla. L’otorino non c’è. È reperibile di notte, ma possiamo chiamarlo solo se una persona sta per perdere l’uso dell’orecchio’. Chiedo se un medico mi avrebbe comunque visitato per sapere se fosse normale avere nel proprio timpano un rombo da Formula Uno. Lei mi ha detto: ‘Se vuole la inserisco e faccio visitare dal medico del pronto soccorso che di queste cose non sa nulla e che non ha la strumentazione per fare nulla. Mi ha sconsigliato di passare la notte lì dopo aver messo in dubbio più volte la mia versione: ‘Non è possibile che hai un insetto nell’orecchio. Sarà un acufene’”.

Nonostante le insistenze, nessuno ha chiamato lo specialista, reperibile ma attivabile solo per emergenze gravi. Alla scrittrice è stato spiegato che i medici del pronto soccorso non disponevano degli strumenti adatti e che una visita non avrebbe portato a nulla. Tra l’irritazione e l’amarezza, Galatolo ha quindi deciso di rientrare nelle Marche senza attendere oltre.

Arrivata a casa, si è rivolta al proprio medico di base che, con semplicità e professionalità, ha confermato la sua versione dei fatti. Con una pinzetta e una torcia, il dottore ha estratto dall’orecchio della paziente l’insetto in stato di decomposizione, rimasto intrappolato per giorni. Per precauzione le è stata prescritta una cura antibiotica, al fine di scongiurare infezioni.

“Quando finalmente è stato tolto, ho provato un senso di sollievo enorme”, ha raccontato la scrittrice, che ha voluto condividere la propria esperienza non solo come testimonianza personale ma anche come spunto di riflessione. Il caso, infatti, evidenzia ancora una volta come la prontezza e la competenza dei medici di base possano fare la differenza, persino laddove strutture più grandi non riescono a fornire risposte adeguate.

Per Cecilia, la disavventura si è conclusa con un lieto fine, ma resta l’amarezza per il trattamento ricevuto lontano da casa.

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