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Infermiera no-vax butta via il suo vaccino: green pass sequestrato, ma lui è una vittima

A dicembre 2021 Antonio era andato a vaccinarsi all’hub della Fiera del Mediterraneo di Palermo e ha scoperto, pochi giorni fa, di essere stato vittima di una delle infermiere no-vax che gettavano via il vaccino Covid destinato ai pazienti. Adesso il suo green pass è stato sequestrato e nessuno riesce a dirgli cosa deve fare.
A cura di Luisa Santangelo
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Il provvedimento di sequestro del green pass
Il provvedimento di sequestro del green pass

C’è un elenco di 47 nomi. E dentro c’è pure quello vero di Antonio che da un paio di settimane vive una vita da No Green Pass. Senza esserlo. E, anzi, essendo vittima di quello che per la procura di Palermo è un reato. Antonio e altre 46 persone come lui si sono presentate all’hub della Fiera del Mediterraneo, nel capoluogo siciliano, per farsi vaccinare. Ma si sono imbattuti nell’infermiera Giorgia Camarda, 58 anni, accusata di falso e peculato.

Secondo le immagini, e in base a quanto immortalato dalle telecamere piazzate dalla Digos di Palermo dentro alle stanzette dell’hub vaccinale, Camarda avrebbe gettato via le dosi di vaccino destinate a 47 pazienti, svuotando la siringa su una garza anziché nel braccio di ignari cittadini e cittadine. Tutti, quindi, sentivano il pizzico e vedevano, in effetti, l’ago entrare. Senza che però venisse loro iniettato il siero anti Covid-19. E, peraltro, senza nemmeno volerlo. Per i magistrati palermitani i 47 sono vittime, e i loro green pass sono stati sequestrati. “Giustamente – puntualizza Antonio a Fanpage.it – Ci sono stati erogati tramite una procedura viziata. È giusto che ce li abbiano sequestrati. Non è giusto, invece, come le cose siano andate dopo”.

Antonio all’inizio di dicembre 2021 va all’hub della Fiera a farsi iniettare la seconda dose di vaccino anti-Covid. Come d’abitudine, al momento di subire l’iniezione gira la testa dall’altra parte: ricorda che l’infermiera è stata molto gentile, ma sa di non avere guardato l’ago, perché non lo fa mai. “Quando ho fatto la prima dose ero stato male: avevo avuto la febbre a 38 o 39 per un paio di giorni – ricorda – In quella circostanza, invece, non avevo avuto nessun effetto collaterale… Poi ho capito perché”, sorride.

La sua vita prosegue. Lavora fuori Palermo, va in ufficio tutti i giorni, va in palestra, fa sport. Usa il suo green pass regolarmente. Ascolta al telegiornale le notizie prima dell’arresto di un’infermiera infedele a Palermo, coinvolta proprio in un giro di false vaccinazioni. Poi sente di una seconda infermiera collegata alla prima, anche questa arrestata perché svuotava le siringhe nella garza di cotone. “Mi sembrava una cosa assurda, ma era un fatto di cronaca, non ci ho quasi fatto caso”.

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Poi arriva la fine di marzo. Riceve prima una telefonata da un numero anonimo, che successivamente capirà provenire dall’hub della Fiera: gli viene spiegato che nei giorni in cui lui si è vaccinato era in servizio una di quelle infermiere. Gli dicono di andare a fare un test sierologico, per tranquillità, e non gli spiegano nient’altro. Lui va. Poi riceve una seconda telefonata, stavolta dalla Digos di Palermo: lo invitano ad andare in questura. Lì gli spiegano quanto accaduto e gli notificano il provvedimento di sequestro della certificazione verde emesso dalla giudice per le indagini preliminari palermitana.

“Quando mi rendo conto della situazione, cerco di capire cosa fare. Scrivo all’ufficio commissariale per la gestione dell’emergenza Covid-19, che gestisce l’hub della Fiera, non ottengo alcuna risposta. Ricevo, via email, l’esito del test sierologico: scopro così di avere avuto il Covid, perché oltre agli anticorpi da vaccino ho anche quelli della risposta immunitaria naturale. Ma continuo a non avere informazioni su cosa devo fare”. Antonio scrive diverse email e poi va, nel primo fine settimana utile, direttamente alla Fiera del Mediterraneo: il commissario Renato Costa è per lui introvabile, ma alcuni lavoratori dell’hub capiscono la sua situazione e gli dicono che, se gli serve il green pass, lì alla Fiera potrà fare i tamponi gratis.

“Ma io non vivo a Palermo e voglio sapere cosa fare: posso avere un’esenzione visto che ho gli anticorpi? Devo fare un’altra dose di vaccino? Devo continuare con i tamponi ogni 48 ore? Se sì, almeno posso averli gratis nella città in cui lavoro? Sono ormai settimane che non ho nessuna risposta”. E dire che lui, secondo la magistratura, è una vittima incolpevole. “Io capisco che sia una situazione difficile per il commissario Costa e per tutta la struttura – prosegue il giovane – Ma non è colpa mia. Hanno commesso un errore, e gli errori si affrontano: questo, invece, stanno facendo finta che non esista. Nel frattempo, però, ci sono 47 persone che ne pagano le conseguenze”.

Lui, per esempio, organizza da due settimane la sua vita in base ai tamponi, che paga autonomamente in farmacia, mentre continua ad aspettare per sapere cosa fare, in una situazione complessa. “Ma nessuno mi dice niente: è assurdo che, dopo quello che è successo, l’intera struttura commissariale sia latitante”. Raggiunto telefonicamente da Fanpage.it, il commissario Covid di Palermo Renato Costa dichiara di non potere parlare del caso: “C’è un’indagine, non sono autorizzato a dire niente. Tranne che queste persone se vengono alla Fiera possono fare i tamponi gratis. Il resto lo deve dire la Digos”.

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