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Impiccato a un filo elettrico nella villa abbandonata, il giallo della morte di Mithun

Mithun Rossetti è stato trovato impiccato nella dependance di villa Castellano, a Porto Sant’Elpidio, nelle Marche, la mattina del 7 agosto. La sua morte è stata archiviata come suicidio, ma da un anno la famiglia si batte per conoscere la verità. Molti particolari di quella notte di agosto suggeriscono che Mithun potesse non essere solo.
A cura di Angela Marino
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È stato trovato impiccato a un filo elettrico in una villa abbandonata: Mithun Rossi, promettente studente di Camerino è morto un anno fa in circostanze non ancora chiarite. I fatti risalgono al 6 agosto 2016. Il 26enne lascia la casa di Treia (Macerata), dove vive con i genitori con la sua Fiat Panda intorno alle 22. È sereno, dice ai suoi che sarebbe andato a ballare in discoteca a Civitanova. Passa la serata, ma il giovane non fa ritorno all'orarie consueto a casa.

La scomparsa

Allarmati i Rossi sporgono denuncia di scomparsa e intanto attendono che qualcuno dia loro notizie, magari da un ospedale, dove il figlio potrebbe essere stato ricoverato in seguito a un incidente o un malore, oppure da casa di qualche amico, dove per qualche motivo potrebbe essersi fermato senza avvertire. Le notizie arrivano, purtroppo, dalla Caserma dei carabinieri: i militari dell'Arma hanno identificato Mithun nel corpo impiccato a un filo in una villa abbandonata. La terribile scoperta è stata fatta all'interno della dependance di Villa Castellano, storica residenza in località Porto Sant'Elpidio, a 50 minuti da Macerata. È stato trovato dopo che la sua auto era stata avvistata mentre sbandava attorno a una rotatoria pochi metri prima, all'altezza del campeggio. Nei locali all'interno c'era il corpo del ragazzo impiccato a un filo dell'impianto elettrico.

Il festino

Per le autorità si tratta di suicidio, ma la famiglia di Mithun è incredula. Secondo i genitori e la sorella è impossibile che Mithun possa essersi tolto la vita in una fase così positiva della sua vita, quando la sua carriera accademica lo vedeva ormai a un passo dalla laurea in informatica e dopo aver fatto coming out sulla sua omosessualità. Il sospetto è che quella notte Mithun non fosse solo e che potesse essere andato nel casale con tutt'altro scopo che impiccarsi. Cosa ci faceva a Porto Sant'Elpidio, infatti, se aveva detto che sarebbe andato a Civitanova? Secondo un testimone il ragazzo si sarebbe trovato in un locale notturno, il Tropical, nella cittadina in provincia di Fermo, ma c'è di più. Alle 6 e 30 di notte, circa, Mithun ha bussato alla porta di un uomo, completamente nudo, chiedendogli dei vestiti.

Le ultime ore di vita

"Sono stato derubato" gli avrebbe detto, stando alla sua testimonianza. Poi, sempre incrociando dati a testimonianze, sarebbe arrivato a Villa Castellana, dove ha indossato una tuta presa dal garage e si sarebbe costruito un giaciglio di fortuna per dormire, Alle 10 e 30, di mattina, quindi, sarebbe morto impiccato. Secondo quanto ricostruito da un suo amico che ha avuto modo di accedere ad all'account di Mithun, questi avrebbe consultato Google alle 6 e 50 per trovare una farmacia a Castelraimondo, dopo, quindi, aver bussato alla porta di quell'uomo per avere dei vestiti e prima di andare a Villa Castellano.

Il giallo

Per rispondere a queste domande i Rossetti chiedono che sul corpo venga effettuata l'autopsia, esame che viene effettivamente eseguito, ma dei cui risultati non vengono messi a conoscenza i familiari del giovane. Motivo? Il semplice segreto istruttorio. Una spiegazione che non rende pace ai familiari, ormai sempre più convinti che i fatti siano andati diversamente da come sono stati letti dalle forze dell'ordine. Non solo gli esiti dell'autopsia, ma anche il contenuto del cellulare di Mithun e quello del suo computer – il cui sequestro era stato richiesto proprio dai genitori – non sono stati messi a disposizione dei legali dei Rossetti. A un anno di distanza la famiglia del ragazzo attende ancora di sapere com'è morto.

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