Il treno se ne va e lascia due 14enni disabili da soli: stavano imparando a comprare un biglietto
Stavano partecipando ad un progetto il cui obiettivo era quello di aiutare i ragazzi meno fortunati a prendere un treno, comprandosi il biglietto. Ma il convoglio sul quale dovevano salire se n'è andato e li ha lasciati da soli in stazione. Protagonisti della disavventura due 14enni, entrambi disabili, loro malgrado responsabili dell'interruzione della circolazione ferroviaria avvenuta il 16 gennaio lungo la tratta da Vicenza a Schio.
E pensare che inizialmente si era sparsa la voce che i due minorenni stessero bighellonando lungo i binari, noncuranti del passaggio dei treni. Una situazione che, a seguito del blocco forzato della circolazione e dell'intervento dei carabinieri, aveva fatto infuriare i passeggeri che quel giorno si erano trovati sul convoglio. In un primo momento si credeva infatti che i due giovanissimi fossero sfuggiti al controllo dell'educatore e, forse per eludere le ricerche, fossero giunti pericolosamente lungo la ferrovia.
La verità però è stata raccontata dalla madre di uno dei due ragazzini. Come detto, si trovavano su un treno della linea fra Schio e Thiene, e giunti a destinazione suo figlio e l’amico sono scesi con l’operatore che li accompagnava. "L’accompagnatore è però stato richiamato all’interno del convoglio, perché c’era una ragazzina del gruppo, in sedia a rotelle, che non riusciva a scendere. In quel momento le porte si sono chiuse e il treno è ripartito" spiega la donna al Giornale di Vicenza.
L'adulto ha provato a far arrestare la marcia del mezzo mentre i due ragazzini sono scesi sui binari e hanno cercato di rincorrerlo. Poi, una volta dato l'allarme, i volontari sono scesi alla prima stazione, a Villaverla, per poi ritornare a Thiene e cercare i due minorenni. Questi ultimi però si era già incamminati sui binari, riuscendo a percorrere un chilometro "In quel lasso di tempo, un macchinista – prosegue la mamma – ha segnalato la presenza di persone sui binari ed ha bloccato il transito ferroviario. Mi spiace molto per i pendolari, ma sarebbe potuto succedere un incidente".
Alla fine sono stati i carabinieri a ritrovare, sani e salvi, i due 14enni. Li hanno portati in caserma dove sono arrivati operatori e genitori, chiaramente spaventati.
La madre poi sottolinea: "Non è vero che i ragazzi sono scappati". E aggiunge: "Progetti come quello dell’associazione per i nostri figli sono rarissimi ma indispensabili per fornire loro possibilità e strumenti per tentare di raggiungere un buon grado di autonomia. Oggi i percorsi per ragazzi disabili sono demandati alla sola iniziativa di associazioni di volontariato; le ultime proposte della sanità pubblica risalgono a prima del Covid e noi famiglie ci sentiamo abbandonate".
E conclude:
Garantire un futuro dignitoso a tutti non è più scontato, a maggior ragione non lo è per persone con disabilità; e dovrebbe invece essere un obiettivo comune. Purtroppo quello che per la gran parte delle famiglie è la normalità, per noi e i nostri ragazzi è invece motivo di paura, fatica, discussione, ostacoli enormi. Quando si riesce a raggiungere un obiettivo seppur piccolo come prendere un treno è occasione di gioia e orgoglio. È per questo che i nostri figli ricordano con angoscia quell’ora passata da soli, sui binari".