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Il fratello di Maria Chindamo: “Data in pasto ai maiali dal suocero, non accettava nuova relazione”

“Mia sorella aveva ritrovato il sorriso” con la nuova relazione intrecciata con un poliziotto, dopo il suicidio del marito, ma “questo ha generato risentimenti nella famiglia Punturiero”, ha raccontato il fratello della donna dato in pasto ai maiali ancora viva a Limbadi (Vibo Valentia) nel 2016.
A cura di Biagio Chiariello
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"In questa terra succede anche che un nonno, canta le filastrocche ai nipoti e nel contempo elabora l’idea di uccidere la loro mamma, sua nuora". Così Vincenzo Chindamo, fratello di Maria Chindamo, la donna reggina sequestrata e data in pasto ai maiali ancora viva a Limbadi (Vibo Valentia) il 6 maggio 2016. I resti furono distrutti da un trattore.

Il riferimento dell'uomo nell'intervista al Corriere della Sera è a Vincenzo Punturiero, il suocero: sarebbe stato lui — legato da vincoli di parentela ai Bellocco, una potentissima ‘ndrina di Rosarno – a volere la morte della donna: a lei attribuisce la causa del suicidio del figlio, Ferdinando Punturiero, impiccatosi un anno prima dell’agguato ai danni di Maria. Da lei aveva avuto tre figli.

Per il delitto è ora imputato Salvatore Ascone, di 58 anni, accusato di avere collaborato alla pianificazione, organizzazione ed esecuzione dell'omicidio in concorso proprio con l'ex suocero di Maria Chindamo.

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Vincenzo Puntoriero, morto un anno dopo l'omicidio della nuora, non ha sopportato ‘’u scornu', dice il fratello della 42enne imprenditrice. Cioè la vergogna di una nuova relazione sentimentale che Maria aveva cominciato con un poliziotto, dopo il suicidio del marito.

Vincenzo Punturiero non avrebbe sopportato quest’onta e avrebbe indicato non solo di uccidere Maria, ma anche il modo per farla scomparire. Maria aveva percepito qualcosa. Era timorosa, non era affatto serena: non pensava mai, però, che l’acredine del suocero potesse arrivare sino a farla uccidere" dice Vincenzo Chindamo.

Quella nuova relazione aveva "ridato il sorriso a mia sorella, la speranza di un futuro diverso" dice ancora, ma, probabilmente "questo ha generato risentimenti nei Punturiero", dice Vincenzo. Anche i nipoti, nonostante la giovane età, avevano intuito cosa potesse essere accaduto: "Ricordo — dice — che il giorno della scomparsa di Maria non sapevo come dirlo a Federica, all’epoca 15enne. Non trovavo le parole giuste. Lei mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: ‘C’entra il nonno, vero?‘".

Era una donna tosta e, anche la ‘ndrangheta si era accorta della sua testardaggine quando, hanno tentato di accaparrarsi le sue terre. Ha stretto i denti, si è riorganizzata la vita si era ritagliata il suo spazio. Atteggiamenti che ancora oggi, da queste parti, sono considerati tabù", conclude Chindamo.

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