Il corpo nascosto nel baule in casa per due anni: cosa sappiamo sul dramma di Campi Bisenzio

Per due anni nessuno ha fatto domande. In quella casa di via Ippolito Nievo, a Sant’Angelo a Lecore, nell'hinterland di Firenze, il tempo sembrava scorrere in modo diverso, quasi sospeso. Poi una segnalazione, una porta aperta e una serie di dettagli che non combaciavano più. È così che gli agenti della polizia locale di Campi Bisenzio si sono trovati davanti a una scena che ha cancellato la normalità apparente di un quartiere tranquillo: il corpo di Lorenzo Paolieri, 32 anni, nascosto all’interno di un vecchio baule, avvolto nelle coperte e lasciato lì a consumarsi lentamente.
Da quel momento, la vicenda ha iniziato a prendere forma. L'uomo viveva in quella stessa abitazione insieme al fratello di 38 anni e alla sorella di 46 anni, e alla madre Rita. Il padre Paolo è morto da tempo e la pensione dell’anziana donna rappresenta l’unica fonte di sostentamento per l’intero nucleo familiare. Un equilibrio fragile, chiuso tra quelle mura, che nessuno dall’esterno era mai riuscito davvero a decifrare.
La vicenda è venuta fuori lo scorso venerdì 12 dicembre, quando gli agenti guidata dal comandante Simone Orvai, sono intervenuti dopo una segnalazione per soccorrere l’anziana donna: trovata in gravi condizioni di denutrizione, è stata trasferita in ospedale. Già in quel primo accesso le forze dell'ordine hanno intuito che qualcosa non andava: uno dei figli non era presente. Di Lorenzo non c’era traccia. La tra polizia locale si è così confrontata con la amministrazione comunale, coinvolgendo anche i servizi sociali.
Il mattino successivo gli agenti sono tornati nell’abitazione. Le domande sono diventate più dirette, le risposte sempre più difficili da sostenere. Alla fine i due fratelli hanno accompagnato i poliziotti nel punto in cui si trovava il baule.
Dentro, il corpo del fratello minore. Sopra il coperchio erano state appoggiate alcune pigne, mentre la porta della stanza risultava chiusa dall'esterno con del nastro adesivo. Dettagli che, stando alle informazioni emerse, fanno pensare a una sorta di sepoltura casalinga improvvisata, come se in quella casa fosse stato ricavato uno spazio isolato e nascosto, destinato a conservare il corpo lontano da tutti.
Nessuna resistenza, nessun tentativo di fuga. Dai primi riscontri non sono emersi segni evidenti di violenza. Il sostituto procuratore Lorenzo Boscagli ha quindi disposto il trasferimento della salma a medicina legale, all’ospedale di Careggi, per ulteriori accertamenti. I due fratelli, apparsi disorientati e con evidenti fragilità psichiche, sono stati interrogati, così sarà per la madre non appena le sue condizioni lo consentiranno.
Intanto, fuori da quella casa, il quartiere si è fermato. La zona della Madonnina è considerata tranquilla, fatta di villette e piccoli condomini. Eppure, a pochi metri da altre case abitate e vissute, si è consumata una storia do solitudine estrema. Come riportano La Nazione e Il Resto del Carlino, c'è chi dice di non aver mai incrociato nessuno della famiglia, nonostante le visite frequenti a parenti che abitano lì accanto. Anche un ex compagno di scuola di uno dei fratelli parla di una situazione che appariva “strana” già anni fa. Qualcuno ricorda di aver visto la sorella di Lorenzo uscire per fare la spesa, raramente scambiare un saluto. Altri raccontano di aver provato, senza successo, a chiedere se avessero bisogno di aiuto, ricevendo risposte vaghe e distaccate.
Nel frattempo, dal Comune fanno sapere che la famiglia Paolieri non risultava inserita in alcun percorso di assistenza. Non c’erano prese in carico attive né segnalazioni formali pregresse ai servizi sociali. Solo negli ultimi giorni sono arrivati alcuni alert, rivelatisi poi fondati, che hanno spinto all’intervento congiunto tra polizia locale e amministrazione. La madre è attualmente ricoverata in ospedale e sta ricevendo le cure necessarie; per i due fratelli, invece, si è deciso per il trasferimento in una struttura residenziale protetta
Resta ora il lavoro degli inquirenti, chiamati a chiarire perché il corpo di Lorenzo Paolieri sia stato nascosto all’interno della cassapanca e per quale motivo, per quasi due anni, nessuno sia riuscito a intercettare il disagio profondo che si era consolidato all’interno di quella casa.