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Il caso Pfizer e la riduzione delle dosi di vaccino anti Covid: facciamo il punto

A che punto è la questione relativa al taglio di dosi di vaccino consegnate da Pfizer all’Italia e agli altri Paesi europei? Arriveranno la prossima settimana in Italia ulteriori 465.660 dosi ma per quelle mancanti non distribuite in questi giorni si dovrà attendere il mese di febbraio, mentre il governo ha deciso di attivare l’Avvocatura Generale dello Stato per valutare i diversi profili di responsabilità della casa farmaceutica.
A cura di Ida Artiaco
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Arriveranno la prossima settimana in Italia ulteriori 465.660 dosi del vaccino Pfizer-BioNtech ma per quelle mancanti non consegnate in questi giorni si dovrà attendere il mese di febbraio quando l'azienda ripristinerà la sua produzione incrementando le fiale prodotte. È questa l'ultima notizia relativa al caso Pfizer e al taglio delle dosi che ha fatto infuriare Regioni e governo.

Nei giorni scorsi era infatti arrivato l'ultimo carico, il 29% in meno di quanto era stato pianificato. Un taglio, che era stato già annunciato e che ha coinvolto anche altri Paesi europei a causa dei rallentamenti delle delle operazione di distribuzione delle fiale, dovuti a loro volta ad "alcune modifiche ai processi di produzione" riguardanti lo stabilimento di Puurs, in Belgio. E tutto ciò mentre prosegue la campagna di vaccinazione, nell'ambito della quale sono partiti da alcuni giorni anche i richiami. Un problema non da poco, che ha fatto scoppiare l'ira delle Regioni, che potranno trovarsi in difficoltà nei prossimi giorni. Tra queste il Friuli Venezia Giulia dove le dosi di vaccino saranno dimezzate, oppure Lombardia ed Emilia-Romagna, dove ne arriveranno 25mila in meno.

All'Italia, infatti, sono arrivate, secondo calcoli confermati dal Corriere della Sera, 397.800 dosi (calcolandone 6 per ogni fiala, anziché 5), 164.970 in meno di quelle pattuite, dunque -29%. Solo sei Regioni non dovrebbero subire alcuna conseguenza, e cioè Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d'Aosta. Tutte le altre dovranno affrontare un taglio più o meno corposo delle dosi: le Province di Trento e Bolzano ne avranno rispettivamente il 60% e il 57,1% in meno, il Veneto il 52,5%, la Sardegna la metà, la Puglia e la Calabria il 38,4% in meno, la Toscana il 36%, Lombardia il 26,8% e il Lazio il 25%. Per questo, stando alle notizie diffuse nelle ultime ore, il governo italiano ha deciso di attivare l’Avvocatura Generale dello Stato per valutare i diversi profili di responsabilità della casa farmaceutica in caso di inadempienza e le possibili azioni da intraprendere a tutela degli interessi del Paese e dei cittadini, alla luce dei ritardi nelle consegne e del taglio delle dosi annunciato nei giorni scorsi.

Dal canto suo, Pfizer ha fatto sapere che il parziale stop andrà avanti fino a fine mese, per avere il tempo aumentare la produzione nel suo impianto in Belgio, il che è stato confermato anche dall'Agenzia europea del farmaco, sostenendo che alla base dei disguidi c’è la difficoltà di Pfizer di "fare scorte di materie prime" a fronte della quantità di ordini ricevuti dagli Stati di tutto il mondo. Ma il timore è che i tempi possano allungarsi. Di certo, ci sarà un ulteriore arrivo di scorte anche la prossima settimana, tagliate pare sempre del 29%. Quelle mancanti non verranno però consegnate prima di febbraio.

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