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Il caso della scomparsa di Tenè Mane, il papà: “Ho sentito la sua voce, sta bene”

La bambina è scomparsa dallo scorso agosto a Carovigno, in provincia di Brindisi. Sarebbe stata la madre a portarla via. Sul caso continua a lavorare alacremente la Procura di Trani.
A cura di Biagio Chiariello
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C'è un aggiornamento nel caso della scomparsa dei Tenè Mane, la bambina di 3 anni di cui si sono perse le tracce da Carovigno, nel brindisino, insieme a quelle della madre biologica dal 27 agosto del 2021. Ibrahima Tene, il padre di origini senegalesi della piccola, ha detto di essere riuscito a sentire la sua voce: è viva e sta bene. È stata proprio la donna a contattare Ibrahima, che le ha chiesto di tornare a casa e si è mostrato disponibile ad aiutarla come ha sempre fatto in passato. La donna, però, non ha voluto comunicare il luogo in cui lei e Tenè si trovano.

Le indagini

Le indagini della Procura di Trani, coordinate dal sostituto procuratore Lucio Vaira, intanto vanno avanti, come spiega Tiziana Tandoi, il legale al quale si è affidato Ibrahima. "Ringrazio il sostituto procuratore Lucio Vaira che ha preso a cuore la vicenda di Tenè e si sta dedicando anima e corpo, con un importante lavoro di intelligence mirato a trovare la bambina, coadiuvato dal dottor Barile del commissariato di Corato con cui è stato creato un efficace trait d'union" ha aggiunto la Tandoi.

La scomparsa di Tené Mane

“Da quando aveva 5 mesi, la bimba è stata affidata a questa famiglia poiché la madre biologica ha abbandonato lei e il padre della piccola allontanandosi da Corato – aveva raccontato in una nota il legale della famiglia affidataria – Con il consenso del padre, la piccola è stata accolta e cresciuta dalla famiglia affidataria che l’ha curata, accudita, educata e avviata al percorso scolastico. Attualmente, la famiglia, unitamente al padre della minore, si è rivolta ai servizi sociali di Corato per regolarizzare l’affidamento della piccola. I servizi sociali – prosegue – hanno notiziato la Procura e il Tribunale per i minorenni di Bari e, dopo aver assunto tutte le informazioni necessarie, hanno confermato il collocamento temporaneo  presso la signora  che, con il consenso del padre della bambina, ha ovviamente accettato. La signora – si legge nel comunicato – non si è mai sottratta ad agevolare l’incontro tra la piccola e la sua mamma biologica quando quest’ultima ne faceva richiesta. In alcune occasioni, gli incontri sono avvenuti persino nella abitazione della famiglia. Nell’ultimo incontro, avvenuto la sera del 27 agosto 2021 presso la stazione centrale di Bari, la madre ha chiesto di potersi recare in un bar a comprare delle patatine per la bambina e, una volta allontanata, non è più tornata”.

Il caso giudiziario

Scrive ancora il legale della famiglia: “La bambina parla in italiano, la madre biologica in francese e, ovviamente, la donna non conosce le abitudini e le necessità della piccola. L’episodio si è verificato quando alla madre naturale è stato notificato il provvedimento di fissazione dell’udienza di convocazione innanzi al tribunale per i minorenni di Bari. È opportuno evidenziare che, proprio nell’interesse e nella volontà di tutelare la piccola, la signora si è determinata a segnalare l’accaduto e a chiedere aiuto agli organi competenti. La richiesta di aiuto resta immutata perché è importante sapere se sta bene, quali siano le sue condizioni e possibilmente dove si trovi e informare gli organi competenti per l’adozione dei provvedimenti che si dovessero rendere necessari nell’interesse della minore”, conclude.

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