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“Sovrastimato il numero dei guariti per avviare la Fase 2: interessi economici prima della salute”

“La sovrastima del numero dei falsi guariti condiziona la percezione pubblica sull’andamento dell’epidemia e influenza le decisioni sanitarie e politiche. In particolare, la pianificazione della fase 2 deve essere informata da dati reali, evitando qualsiasi distorsione che induce decisioni finalizzate a tutelare interessi economici piuttosto che la salute delle persone”: così il presidente della fondazione Gimbe sul caso dei falsi guariti in Lombardia. Vediamo di che si tratta.
A cura di Annalisa Girardi
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"La Regione Lombardia non trasmette il numero dei soggetti guariti, ma solo dei dimessi. Questi casi nel report della Protezione Civile vengono conteggiati tra i guariti, con conseguente distorsione della comunicazione pubblica sull’andamento dell’epidemia da coronavirus": questa la denuncia della fondazione Gimbe, un think tank che si occupa di ricerca in ambito sanitario. Già nei giorni scorsi Fanpage.it aveva fatto il punto della situazione con il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta, che ci aveva spiegato come in Italia si stia sovrastimando il tasso di guarigione da Covid-19.

La fondazione torna quindi sul caso dei falsi guariti in Lombardia. E dimostra come, analizzando i dati del 9 aprile, la comunicazione della Protezione Civile continui a non rispecchiare la realtà dei dati. Infatti, trattando dei casi positivi, si può vedere come la Regione Lombardia riporti nell'area verde della tabella sottostante i casi in isolamento domiciliare e quelli dimessi per poi essere trasferiti in isolamento domiciliare. Nel totale si tratta di 31.748 persone, così distinte:

  • 15.706 casi "con con almeno un passaggio in ospedale (anche solo in pronto soccorso) dichiarati dimessi/non ricoverati dagli ospedali lombardi. Questi pazienti sono in isolamento domiciliare fino a che non saranno dichiarati guariti": si specifica esplicitamente, quindi, che questi pazienti non possono essere ancora considerati guariti;
  • 16.042 di "persone per cui non si rileva nessun passaggio in ospedale".

Tuttavia, nei dati regionali trasmessi dalla Protezione Civile, se i 16.042 vengono correttamente inseriti nella categoria di persone in isolamente domiciliare, i 15.706 casi che Milano specificava non potessero essere considerati come pazienti guariti, sono invece inseriti sotto la colonna "Dimessi/Guariti". Per poi confluire nel totale delle persone guarite da coronavirus.

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Un dato fortemente fuorviante, considera Gimbe, considerando che il 55,2% del totale dei guariti in Italia provenga proprio dalla Regione Lombardia. Un caso eccezionale, inoltre, dal momento che le altre Regioni trasmettano i dati utilizzando i criteri di guarigione clinica e virologica definiti dal Comitato tecnico scientifico. Il think tank parla di "distorsione dei casi guariti" e chiede quindi alla Protezione Civile e al ministero della Salute di non conteggiare più alla categoria guariti dei casi che la stessa Regione Lombardia sottolinea non possano essere considerati tali.

Alle autorità regionali, invece, viene richiesto di allinearsi con gli altri territori nel riportare i casi guariti, in modo da evitare possibili fraintendimenti. "La sovrastima del numero dei falsi guariti condiziona la percezione pubblica sull'andamento dell'epidemia e influenza le decisioni sanitarie e politiche. In particolare, la pianificazione della fase 2 deve essere informata da dati reali, evitando qualsiasi distorsione che induce decisioni finalizzate a tutelare interessi economici piuttosto che la salute delle persone", conclude il dottor Cartabellotta.

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