I vescovi contro divorzio breve e teoria gender: “Colpiscono i bambini”
“Sopprimere un tempo più disteso per la riflessione, specialmente in presenza di figli, è proprio un bene? Si favorisce la felicità delle persone o si incentiva la fretta?”: è quanto si chiedono i vescovi italiani interrogandosi sul divorzio breve. “Quando si tratta dei bambini che vengono al mondo, nessun sacrificio degli adulti sarà giudicato troppo costoso e troppo grande pur di evitare che un bambino pensi di essere uno sbaglio”, ha detto il cardinale Angelo Bagnasco nella sua prolusione con le parole del Papa. La Chiesa cattolica aveva già criticato il divorzio breve subito dopo la sua approvazione definitiva e adesso è tornata all'attacco attraverso la voce della Cei, la Conferenza episcopale italiana. Il cardinale ha citato Papa Francesco anche sulla cosiddetta “teoria del gender” considerata “uno sbaglio della mente umana”. “La famiglia è il perno insostituibile e incomparabile della società”, ma è minata da ideologie e leggi che tendono a scardinarla, come quelle “sulle unioni civili e sulle convivenze fra persone dello stesso sesso, sulle adozioni alle coppie omosex, sull'utero in affitto, sul divorzio breve”, ha detto Bagnasco.
Crisi, immigrazioni e riforma della scuola tra i temi toccati da Bagnasco – Nel suo discorso di apertura all’assemblea generale della Cei Bagnasco ha toccato diversi argomenti. Ha parlato di crisi dicendo che ci sono segnali di ripresa ma resta la piaga della disoccupazione e della persecuzione dei cristiani da parte dell’Isis rispetto ai quali “pensiamo che la diplomazia possa fare molto di più”. Ha citato anche lo sterminio armeno, ribadendo quanto già detto lo scorso aprile da Papa Francesco e ha parlato dell’immigrazione esprimendo “orrore per gli scafisti che speculano sulle miserie umane”. E ancora, Bagnasco ha fatto riferimento alla riforma sulla scuola dicendo che “il buon senso e la storia suggeriscono di trovare delle sintesi in tempo ragionevoli, magari distinguendo temi e obiettivi”, e non ha tralasciato neppure l’Expo, che per il cardinale deve “rappresentare un’occasione per l’Italia”.