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Giovanni Scattone pronto a lasciare: “Non sapevo fosse il liceo di Marta Russo”

Dopo le polemiche sul suo incarico al Cavour, la scuola frequentata prima di morire da Marta Russo, Scattone si dice disposto a fare un passo indietro. Ciò che è importante per lui è avere un lavoro: “Sono un insegnante precario e non posso permettermi di stare senza lavoro”.
A cura di Susanna Picone
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Giovanni Scattone pronto a lasciare: "Non sapevo fosse il liceo di Marta Russo"

È pronto a fare un passo indietro Giovanni Scattone, l’ex ricercatore universitario che nel maggio del 1997 uccise la giovane Marta Russo e che da settembre è il nuovo supplente di storia e filosofia nel liceo Cavour, esattamente quello che frequentò la giovane studentessa prima di approdare all’università.

Una storia, questa del suo ruolo al Cavour, che nei giorni scorsi ha sollevato diversi malumori e che in particolare è stata commentata duramente dalla madre della studentessa uccisa che ha sostenuto infatti che una persona che si è macchiata di un delitto del genere “non può essere un educatore di giovani”.

Scattone da parte sua si è subito difeso dalle polemiche sul suo ruolo di insegnante (“Mi dovrei astenere dall’insegnamento? E perché? Io mi sono sempre dichiarato innocente”) ma, secondo quanto riferiscono i suoi stessi studenti, non si è fatto più vedere a scuola: “L’ultima volta che lo abbiamo visto è stato giovedì, venerdì era il suo giorno libero e poi non è più venuto”, il racconto di uno dei suoi alunni che, come gli altri, ci tiene a difendere l’operato dell' insegnante perché “bravo, serio e spiega bene”.

Scattone: “Non mi ostino a rimanere nella scuola dove ha studiato Marta”

L’insegnante Scattone ha forse però “ascoltato” le tante polemiche al punto da difendersi nuovamente ma ribadendo la sua necessità di lavorare. “Il liceo Cavour non l’ho scelto io ma è stata praticamente una scelta obbligata, era l’unico disponibile al momento della scelta della sede di insegnamento. E poi non sapevo fosse quello di Marta Russo”. L’ex ricercatore ha anche affermato di essere disposto a fare anche un altro lavoro, di non escludere di trasferirsi all’estero ma che “il momento non è dei migliori”. In ogni caso la sua non sarebbe una posizione rigida: Scattone è infatti disposto a fare tutto ciò che è possibile per la tranquillità di tutti, “Se il Provveditorato è favorevole, sono disponibile a qualsiasi altra soluzione equivalente”.

Una nuova posizione commentata da Tecla Sannino, la preside del Cavour che ha fatto sapere di essere intenzionata a parlare con l’insegnante per decidere insieme sul da farsi. La preside, in merito alla posizione di Scattone, aveva precedentemente detto di sentirsi in dovere di rispettare la legge ma anche di essere solidale con la famiglia di Marta. La stessa solidarietà che è stata esplicitata dall’Associazione Nazionale Presidi e Alte Professionalità della Scuola che ha ribadito il  “problema di questione morale”.

I genitori degli alunni del Cavour contro la nomina di Scattone

Gli unici che sembrano non soffrire della situazione creatasi sono proprio gli studenti del Cavour che però si trovano anche in disaccordo con la posizione espressa dai loro genitori. Un parere che è stato manifestato dalla rappresentante dei genitori nel Consiglio d’Istituto, Daniela D’Aloisi, che ha dato un’interpretazione diversa agli apprezzamenti dei ragazzi:

I ragazzi, è vero, ne parlano bene. Ma anche perché lo scorso anno hanno cambiato quattro insegnanti di filosofia mentre lui, con la supplenza annuale, ha portato stabilità. […] Stiamo preparando un documento che porteremo lunedì a scuola dove vogliamo chiarire la nostra posizione basata fondamentalmente su due punti. Se da una parte, infatti, deve prevalere il rispetto delle regole, della legge e del nostro Stato di diritto, in base al quale un cittadino che ha scontato la pena e non è interdetto dai pubblici uffici deve poter essere trattato come tutti gli altri, dall’altra si pone una questione di “opportunità”, di delicatezza, sensibilità personale, chiamiamola così, che dovrebbe scoraggiare situazioni come questa che si è venuta a creare in questa scuola.

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