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Giornata contro la tratta, Save the Children: “Minorenne 1 vittima su 4, attenzione ai social media”

Secondo la XII edizione del rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili”, realizzata da Save di Children in vista della Giornata internazionale contro la tratta degli esseri umani che si celebrerà il prossimo 30 luglio, in Europa 1 vittima su 4 è minorenne. La pandemia ha reso più forti i trafficanti che si sono organizzati attraverso il web.
A cura di Ida Artiaco
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In Europa una vittima su 4 di tratta è minorenne e la pandemia ha peggiorato una situazione di per sé già preoccupante con i trafficanti più forti grazie a e-trafficking e allo sfruttamento in-door, che ostacolano il lavoro delle organizzazioni anti-tratta.

È quanto emerge dalla XII edizione del rapporto "Piccoli Schiavi Invisibili", realizzata da Save the Children in vista della Giornata internazionale contro la tratta degli esseri umani che si celebrerà il prossimo 30 luglio.

Secondo l'Organizzazione internazionale, i soli casi accertati nel 2020, che hanno dato luogo a procedimenti giudiziari e condanne, riguardano 109.216 vittime nel mondo, un numero che non rappresenta le proporzioni reali del fenomeno in gran parte sommerso. In Europa, dove si stima che il traffico di esseri umani produca in un anno 29,4 miliardi di euro di profitti, ben un quarto dei soli 14.000 casi identificati riguardano vittime minorenni, intrappolate in gran parte nello sfruttamento della prostituzione (64%).

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In Italia, i casi emersi e assistiti nel 2021 dal sistema anti-tratta erano 1.911 (con 706 nuove prese in carico nel corso dell’anno), in gran parte di sesso femminile (75,6%), mentre i minori rappresentavano il 3,3% del totale. Tra le vittime assistite, la forma di sfruttamento prevalente è quella sessuale (48,9%), seguita dallo sfruttamento lavorativo (18,8%). Tra i paesi di origine delle vittime prevale la Nigeria (65,6%), seguita da Pakistan (4,5%), Marocco (2,6%), e, tra gli altri, da Gambia (2,5%) e Costa d’Avorio (2,3%), che, sebbene ancora in numeri percentualmente ridotti, si segnala per un trend in crescita negli ultimi anni.

Una situazione peggiorata dalla pandemia di Covid-19. Secondo il rapporto di Save the Children, le organizzazioni criminali attive nel traffico di esseri umani si sono adattate alle restrizioni della mobilità transnazionale imposte dal contenimento della pandemia, utilizzando sempre di più lo sfruttamento sessuale in-door e i canali alternativi, come gli ambienti digitali, creando un vero e proprio sistema di e-trafficking. Chat online, social media, agenzie di collocamento online, siti web di assistenza all’immigrazione contraffatti per reclutare potenziali vittime, forum sul dark web, pagamento dei servizi legati allo sfruttamento tramite criptovalute, vengono utilizzati per mettere in atto lo sfruttamento, che può riguardare, oltre alla sfera sessuale e lavorativa, altre forme di sfruttamento. In Italia, per esempio, sono stati registrati nel 2021 5.316 casi di pedopornografia trattati dalla Polizia Postale, con un aumento del 47% rispetto al 2020 (3.243), e 531 minori vittime di adescamento online, con una concentrazione di casi nella fascia 10-13 anni.

"L’impatto della pandemia ha reso ancora più evidente, se possibile, la condizione di totale vulnerabilità delle vittime o potenziali vittime di tratta e sfruttamento – è stato il commento di Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children -. Donne, bambine, bambini e adolescenti che hanno sofferto già molto nella loro vita e non hanno quasi mai gli strumenti per potersi difendere, e, soprattutto, persone e alternative positive a portata di mano intorno a loro. L’Europa e l’Italia sono territori di massimo guadagno per i trafficanti, ed è indispensabile che rafforzino l’efficacia nel contrasto del fenomeno e nella protezione delle vittime, a partire dalla prevenzione".

Da qui l'appello all’Europa a "una normativa volta ad assicurare la piena protezione dei minori non accompagnati che si spostano attraverso i confini esterni e interni e sui territori degli Stati Membri, prevedendo anche procedure di ricongiungimento familiare spedite e un sistema di ricollocamento sicuro tra gli stati membri che superi il sistema di Dublino e prevenga i movimenti secondari autonomi, pericolosissimi per i minori e manna per trafficanti. All’Italia chiediamo misure strutturali, come l’approvazione da parte del Governo nell’ambito degli affari correnti del Piano Anti-Tratta Nazionale che – fermo dal 2018 – rappresenta ormai un’urgenza per la presa in carico di tante vittime. La crisi di governo non può e non deve bloccare l’approvazione del Piano che è stato definito anche con il contributo di molti esperti e realtà impegnate sul campo. È fondamentale individuare tempestivamente i minori più vulnerabili e a rischio, per questo motivo chiediamo un monitoraggio indipendente alle frontiere terrestri, realizzato da team con competenze di protezione dei minori, per individuare precocemente e garantire una assistenza immediata a tutti i minori a rischio", ha concluso Milano.

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