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Covid 19

Focolaio nella casa di riposo di Mirabella Imbaccari, gli operatori: “Quegli anziani erano come nonni per noi”

Nel piccolo centro di Mirabella Imbaccari, profonda provincia di Catania, gli anziani ospiti di una casa di riposo sono stati scoperti essere positivi al contagio da Covid-19. Venerdì scorso, a causa di un malore, alcuni degenti erano stati portati al pronto soccorso. E si era scoperto all’accesso in ospedale, quindi, che erano tutti positivi al nuovo coronavirus.
A cura di Luisa Santangelo
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Comincia tutto venerdì. Il 30 ottobre a Mirabella Imbaccari, piccolo centro in provincia di Catania, in molti in municipio cominciano a temere per la salute della cittadinanza. È arrivata la notizia che alcuni anziani in una casa di riposo, una delle due del territorio, sono risultati positivi al nuovo coronavirus dopo essere stati portati al pronto soccorso perché non stavano bene. L'inizio di un brutto momento per l'intera comunità, che ancora non è finito. Ai tamponi successivi risultano positivi la metà più uno dei dipendenti di Villa Maria Santissima delle Grazie e tutti gli anziani all'interno.

"Nella notte tra sabato e domenica la situazione è precipitata", racconta il primo cittadino Giovanni Ferro, ancora scosso, a Fanpage.it. Un'anziana muore quella notte all'interno della struttura e il commissario straordinario dell'Asp di Catania per l'emergenza Covid-19, d'accordo con i medici dell'Usca inviati nella casa di riposo, decide che l'immobile va svuotato della maggior parte dei pazienti. Due di loro muoiono poco dopo il loro arrivo in ospedale. La colonna di ambulanze (26 in tutto) viene ripresa con gli smartphone dei cittadini. A molti ricorda le immagini di aprile, quando a essere svuotata in fretta e furia era stata una casa di riposo per anziani a Caltagirone, il Comune più grande tra quelli vicini a Mirabella.

"L'1 novembre è stato il giorno più brutto di sempre per questo paese", ammette il sindaco. Giovanni Cavalluccio non si muove da Villa Maria Santissima delle Grazie da quel giorno. Suo padre, il titolare della casa di riposo, è risultato positivo al test Covid-19. Lui, invece, è negativo, ma ha deciso di chiudersi dentro alla struttura. "Ci sono rimasti 16 anziani da assistere – spiega al microfono di Fanpage.it da dietro al cancello della palazzina – Dopo il primo trasferimento, ce ne avevano lasciati 11. Poi altri cinque, che stavano meglio, li hanno inviati di nuovo qui. E il personale e io siamo rimasti ad aiutarli". Giovanni Cavalluccio è, per il momento, l'unico negativo all'interno della struttura. "Ma pare che il tampone di un'anziana sia risultato negativo, sto aspettando conferma dall'Asp".

I fornitori lasciano il materiale al cancello, lui esce – bardato di tutto punto – e trasporta il materiale all'interno. Non solo i pannoloni, ma anche le 30 bombole d'ossigeno che è riuscito a farsi inviare domenica pomeriggio, dopo averle cercate a lungo. In queste ore, la pagina Facebook della casa di riposo viene depredata: le recenti foto di una festa di compleanno mostrano i degenti tutti insieme, vicini e senza mascherina. "Io sfiderei chiunque a mettere una mascherina a un anziano che ha, magari, un problema di Alzheimer, una demenza, problemi di respirazione, problemi cardiaci", risponde, arrabbiato.

Ma ce l'ha anche con il metodo che è stato seguito dall'Azienda sanitaria provinciale catanese. "Piuttosto che portare via 26 anziani con 26 ambulanze, bloccando tutto il 118 – dichiara a questa testata Cavalluccio – io probabilmente avrei portato 28 bombole d'ossigeno e poi avrei pensato di fare le cose a poco a poco". Anche secondo il primo cittadino Ferro gli anziani, dopo il trasferimento, hanno manifestato segni di smarrimento. "Speriamo che possano tornare tutti a casa presto", aggiunge il sindaco. I "nonnini" di Mirabella Imbaccari "sono le radici di una comunità piccola, in cui ci conosciamo tutti", prosegue Ferro.

II telefono fisso del centro operativo comunale squilla in continuazione. Ferro, dopo avere parlato con gli infettivologi che assistono gli anziani, ne contatta i parenti. "Non potrete vedere i vostri cari, ma potete portare loro qualcosa: un pigiama, qualche pensiero", dice il sindaco a una coppia che entra nella stanza e chiede notizie di una ultraottantenne. "Sta bene, le sue condizioni sono stabili", rassicura al telefono un altro parente. L'apprensione, però, resta. Non solo per i contagiati ("Preghiamo che la conta dei morti si fermi a tre"), ma anche per chi potrebbe contrarre il virus in futuro, facendo lievitare il numero di positivi mirabellesi, già dopato dal focolaio nella casa di riposo.

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