322 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Cos’è successo a Caltagirone? Alla Rsa Don Bosco 33 positivi su 36 e tre morti. La procura indaga

Nella notte tra il 24 e il 25 aprile è stata svuotata la casa di riposo Don Bosco di Caltagirone. Al suo interno erano rimasti 21 ospiti contagiati dal coronavirus e due sani. Otto anziani Covid-positivi erano stati portati via già nei giorni precedenti per essere ricoverati nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale del territorio. Anche adesso che la struttura è chiusa, i riflettori delle autorità restano puntati lì.
A cura di Luisa Santangelo
322 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

La procura di Caltagirone vuole vederci chiaro. Così sul tavolo del procuratore Giuseppe Verzera è arrivato un fascicolo sulla casa di riposo per anziani Don Bosco, nel Calatino, in provincia di Catania. Tre anziani morti (in fase di verifica la eventuale positività), 33 contagiati sui 36 ospiti totali. «Stiamo verificando le ipotesi di reato», commenta il magistrato raggiunto al telefono da Fanpage.it. Secondo il quotidiano La Sicilia, sul piatto ci sarebbero omicidio ed epidemia colposi, a carico di ignoti. Del resto, bisogna chiarire cosa sia accaduto in quella villa fino alla scorsa settimana. Prima che la struttura venisse svuotata in fretta e furia all'alba del 25 aprile. Una notte di sirene di ambulanze in assetto da biocontenimento, per portare via gli ultimi ospiti. Ventuno contagiati dal coronavirus, due sani. Prima che si scoprisse che il Covid-19 si era fatto strada dentro la struttura, lì vivevano in totale 36 persone. Sono risultati positivi anche otto dipendenti della cooperativa sociale che gestisce la Don Bosco.

“Ho proposto io lo stop alle attività”, dice a Fanpage.it l’infettivologo Giuseppe Liberti, consulente dell’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, al momento in prestito all’Azienda sanitaria provinciale di Catania dall’ospedale Cannizzaro, sempre nel capoluogo etneo. D’accordo con i titolari della casa di riposo e con i vertici dell’Asp etnea, la struttura è stata quindi chiusa. Così il 118 ha coordinato un’operazione di trasferimento in massa in notturna. I due sani sono stati portati in una Rsa, gli anziani contagiati sono stati distribuiti all’ospedale Gravina di Caltagirone, al Cannizzaro, al San Marco e al Garibaldi di Catania. Gli otto operatori, invece, sono in isolamento domiciliare da quando hanno scoperto di essersi infettati.

La situazione della casa di riposo di Caltagirone ha cominciato a farsi complicata lo scorso 10 aprile, come ricostruito nei giorni scorsi dal quotidiano LiveSicilia Catania. Quindici giorni fa, infatti, una lavoratrice ha scoperto di avere contratto il virus, dopo l’arrivo dell’esito del test del tampone che era stato disposto per lei. Suo marito era stato dichiarato contagiato poco tempo prima. L’11 aprile l’Asp ha eseguito i tamponi a tappeto: personale, ospiti. Tutti vengono controllati.

Ma proprio in quei giorni sull’Isola si stava sperimentando la carenza dei reagenti per esaminare i test eseguiti sui pazienti. E così anche quelli di Caltagirone hanno subito i rallentamenti lamentati da decine e decine di persone in tutta la Sicilia. I risultati sono arrivati il 19 aprileun solo positivo. Nel frattempo, però, era stato disposto un secondo test. E stavolta gli esiti sono arrivati velocissimi: i positivi sono diventati 39. I primi otto pazienti sono stati portati al Gravina di Caltagirone, a cui due notti fa se ne sono aggiunti altri sette. “Gli anziani erano in gran parte asintomatici – racconta Liberti – Ma, soprattutto a una certa età, sappiamo per esperienza che la situazione può peggiorare nel giro di poche ore. Quindi la scelta di ospedalizzarli è stata dettata dalla prudenza e dalla necessità che persone così a rischio vengano assistite al massimo delle nostre possibilità”.

Degli ospiti all’interno della Don Bosco, tre sono deceduti nelle ultime settimane. Ma non è chiaro se le morti siano collegate all’epidemia oppure no. La struttura non è una residenza sanitaria assistenziale: cioè non è sottoposta al controllo diretto dell’Asp e non ha una direzione medica. Cosa che faceva sì che gli ospiti, finché c’erano, dovessero essere seguiti dai medici curanti in un territorio, quello di Caltagirone, in cui le Usca (le Unità speciali di continuità assistenziale, che serviranno per assistere anche i pazienti in isolamento domiciliare) non sono ancora entrate a regime.

Ora che la casa di riposo Don Bosco è chiusa, la cooperativa che la gestisce dovrebbe provvedere alla sanificazione. Ma i riflettori delle autorità rimangono puntati lì. Oltre a quelli della magistratura, anche quelli dell'amministrazione comunale. “La comunità è in apprensione – commenta a Fanpage.it il sindaco calatino Gino Ioppolo – Ora stiamo lavorando perché quello che è successo lì non accada altrove”. Così ai titolari di altre strutture per anziani è stato richiesto di compilare una scheda, da consegnare entro le 12 di oggi: quanti ospiti hanno, se abbiano patologie pregresse, se abbiano manifestato sintomi compatibili con il Covid-19, fino a quando fossero possibili le visite di parenti e familiari all’interno della struttura. Alla Don Bosco, i titolari avrebbero dichiarato di averle chiuse a partire dal 6 marzo 2020.

322 CONDIVISIONI
32803 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views