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Femminicidio Marianna Manduca, risarcimento ai figli: “Lo Stato riconosce i suoi errori”

Nel corso della conferenza stampa della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il premier Giuseppe Conte ha annunciato che i figli di Marianna Manduca saranno risarciti per l’inadempienza dello Stato, che non intervenne nonostante le 12 denunce. “Lo Stato deve avere il coraggio di riconoscere i propri errori. Nessuna vittima si senta mai più sola”.
A cura di Angela Marino
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Lo Stato non intervenne per salvare Marianna Manduca dal femminicidio, oggi risarcirà i figli. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne. Citando Aldo Moro, il presidente del consiglio ha detto che "uno Stato non è veramente democratico se non ha come fine supremo la dignità, la libertà, l'autonomia della persona umana". "Lo Stato – ha aggiunto – deve avere il coraggio di riconoscere i propri errori e trarne tutte le conseguenze assumendosi tutta la responsabilità. Una donna vittima di violenza – ha concluso – non deve mai provare vergogna, mai più sentirsi sola".

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Il diario di Marianna Manduca: "A volte penso che sarebbe stato meglio non denunciare"

Marianna Manduca è stata ammazzata a coltellate dall'ex marito Saverio Nolfo, a Palagonia (Catania), nel 2007. Prima di venire uccisa, Marianna aveva sporto contro l'ex, dodici denunce per violenza domestica e maltrattamenti. È lei stessa a raccontare il suo martirio in un diario inedito scritto per il tribunale dei Minori, che aveva affidato i suoi bimbi all'ex:

Qualcuno un giorno mi dovrà spiegare come può una madre tollerare tutto questo, in silenzio. Non so più a chi rivolgere le richieste di giustizia. I miei figli rischiano di trascorrere un altro inverno all'interno di una casa che l'assistente sociale ha ben descritto nelle sua relazione, come un ambiente umido privo di bagno, che è esterno alla casa, con il tetto coperto da una plastica opaca, sfornito di lavandino, doccia, bidè, finanche di acqua calda. Questo è quello che sentivo di raccontare anche a Codesto Tribunale come mio ultimo tentativo al fine di salvare i miei tre figli. Chiedo solo che qualcuno verifichi nuovamente se quello che ho raccontato non sia vero, e che qualcuno aiuti i miei figli. Io ho estrema fiducia nella vita e negli uomini, anche se questa brutta esperienza ha minato molte mie certezze. Una madre disperata non può fare altro che continuare a sperare e restare in attesa di giustizia. Molte volte ho pensato che forse sarebbe stato meglio non denunciarlo. Ma è una debolezza che dura solo qualche minuto.

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