924 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Femminicidio Eligia Ardita, la famiglia all’ex: “Ora non infangarne la memoria”

“Eligia e Giulia meritano rispetto e verità. La loro memoria non sia infangata da altre menzogne”. Così la famiglia di Eligia Ardita ha risposto alla lettera inviata dal carcere da Christian Leonardi, condannato all’ergastolo per il femminicidio della moglie incinta di otto mesi e il procurato aborto della piccola Giulia. “Non vogliamo polemizzare, si è già espressa il tribunale, noi abbiamo fiducia nella giustizia”.
A cura di Angela Marino
924 CONDIVISIONI
Immagine

"Eligia e Giulia meritano rispetto e verità. La loro memoria non sia infangata da altre menzogne". Così la famiglia di Eligia Ardita ha risposto alla lettera inviata dal carcere da Christian Leonardi, l'uomo condannato in primo grado all'ergastolo per aver ucciso la moglie incinta, nella loro casa di Siracusa cinque anni fa, e procurato in tal modo la morte della piccola Giulia, che portava in grembo. La lettera, inviata ieri ad alcuni quotidiani come reazione al clamore suscitato da programma ‘Amore criminale', che domenica ha dedicato una puntata al caso, proponeva la versione dei fatti del Leonardi. Ecco come ha replicato la famiglia dell'infermiera uccisa:

In riferimento alla lettera scritta dal detenuto Leonardi per perorare la sua causa, ormai abituati ai suoi continui cambiamenti di umore e di pensiero, non replicheremo alle sue parole, non volendo entrare nel merito del contenuto fortemente provocatorio e di facile smentita, essendosi già espressa la Corte d'Assise del Tribunale di Siracusa. In attesa di conoscere il verdetto della Corte d'Appello di Catania, non intendiamo polemizzare ne tanto meno partecipare ad  alcun dibattito tecnico. Tuttavia, ribadiamo la nostra piena e totale fiducia nella giustizia, nei nostri avvocati e consulenti. Eligia e Giulia meritano rispetto e verità. La loro memoria, non sia infangata da altre menzogne.

I fatti risalgono al 19 gennaio 2015. Eligia, 36 anni, incinta di otto mesi della piccola Giulia, venne ricoverata al pronto soccorso dopo che il marito Christian Leonardi, aveva dato l'allarme al 118. L'uomo, che non salì in ambulanza per accompagnare la moglie, ma restò a casa, nei giorni successivi alla morte della moglie sporse denuncia querela ai carabinieri di Siracusa contro i medici che soccorsero la soccorsero. Dopo un'attenta indagine, anche grazie all'impulso della famiglia Ardita, la Procura appurò che non vi erano responsabilità da parte dei medici, ma che proprio la condotta del Leonardi andava posta sotto la lente. Messo sotto pressione, sarà proprio il marito di Eligia a confessare di aver avuto con lei un violento litigio con lei e di averne cagionato il malore mortale. La confessione sarà ritrattata poco dopo, ma i rilievi dei RIS in casa e l'autopsia confermeranno che la morte di Eligia avvenne come conseguenze di una colluttazione. Nel processo celebrato a carico di Leonardi in primo grado, Leonardi è stato condannato all'ergastolo.

924 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views