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Femminicidio Cosenza, Sonia Lattari aveva subito maltrattamenti. L’appello: “Bisogna denunciare”

Aveva subito maltrattamenti ma non li aveva mai denunciati Sonia Lattari, la donna di 42 anni uccisa ieri dal marito Giuseppe Servidio a Fagnano Castello (Cosenza). L’uomo l’ha colpita almeno una decina di volte con un coltello da cucina, poi ha chiamato i carabinieri. Il procuratore capo Mario Spagnuolo: “Bisogna tagliare e denunciare”.
A cura di Susanna Picone
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Sonia Lattari e il marito
Sonia Lattari e il marito

Era una donna che aveva subito maltrattamenti Sonia Lattari, uccisa ieri dal marito Giuseppe Servidio a Fagnano Castello (Cosenza), teatro dell'ennesimo femminicidio, ma non aveva presentato nessuna denuncia contro l’uomo. A dirlo il procuratore capo Mario Spagnuolo. “La violenza è la risposta brutale a quella che certi individui percepiscono come perdita di legittimazione – le sue parole e il suo appello dopo il delitto nel cosentino – Già in passato avevamo ricevuto una segnalazione e i carabinieri erano intervenuti per un episodio di maltrattamenti ma la vittima aveva deciso di non denunciare. Per questo voglio fare un appello a tutte le donne. Quando il partner diventa violento ha già passato il punto di non ritorno. Bisogna tagliare e denunciare”. Neppure al settore Servizi sociali del Comune erano pervenute segnalazioni sulla coppia.

Sonia uccisa a coltellate dal marito a Fagnano Castello

Sonia Lattari, 42 anni, è stata colpita da almeno una decina di coltellate. Giuseppe Servidio, camionista di 52 anni, per ucciderla ha usato un grosso coltello da cucina. Lei avrebbe tentato disperatamente di difendersi, secondo quanto trapelato da un primo esame sulla scena del delitto. Lui presentava ferite superficiali alle braccia, segno che c’è stata una colluttazione con la vittima. Prima le coltellate, poi la telefonata al 112 per avvisare i carabinieri del crimine che aveva commesso nella loro cucina. Sul posto sono arrivati i militari della locale stazione e i sanitari del 118 ma per la 42enne non c'era più nulla da fare. La donna è morta in pochi istanti, dissanguata.

Le frequenti liti tra marito e moglie

Servidio avrebbe ucciso la moglie al culmine dell'ennesima lite, chi conosceva la coppia parla di discussioni che andavano avanti da mesi. Si parla anche di contrasti per “motivi di gelosia”. Lui, chiamato "il corsicano" perché originario di Ajaccio, avrebbe provato a "difendersi" con i carabinieri parlando di comportamenti della moglie che non gli erano piaciuti. Ad esempio avrebbe detto che la sera precedente al delitto la vittima non era tornata a casa. I due figli della coppia, entrambi maggiorenni, non erano in casa quando il padre ha ucciso la mamma. Quando hanno saputo dell’accaduto sarebbero scoppiati in lacrime. L'inchiesta è coordinata da Mario Spagnuolo, che ha delegato le indagini ai carabinieri della Compagnia di San Marco Argentano al comando del capitano Oscar Caruso. Attualmente Servidio è piantonato in caserma per essere interrogato dal magistrato di turno della Procura cosentina. Oggi prevista l’autopsia sul corpo della donna.

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