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Famiglia finlandese lascia la Sicilia dopo 2 mesi: “Si userà questa lettera per cambiare le cose?”

A Siracusa si parla della lettera della mamma finlandese, che ha lasciato la Sicilia anche, sostiene la donna, per colpa del sistema scolastico. Ecco cosa pensano altri genitori.
A cura di Luisa Santangelo
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Fuori dall'istituto comprensivo Paolo Orsi di Siracusa mamme e papà arrivano alla spicciolata, prima della campanella che suonerà poco dopo le 14:oo. L'argomento in tutti i capannelli continua a essere solo uno: la famiglia finlandese che è andata via dalla Sicilia, due mesi fa, lasciando una lettera da poco pubblicata sul giornale locale Siracusanews.

"Quando cambiamo argomento?", domanda qualcuno, esasperato. "La verità è che la donna che ha scritto la lettera ha ragione, ma la polemica serve solo a sé stessa e a non affrontare i problemi come dovrebbero essere affrontati". La certezza comune, poi, è una: non è colpa della preside o del corpo docente del Paolo Orsi. Bensì del sistema scolastico tutto, a partire da chi non investe su strutture, attrezzature, e attività extracurriculari.

Nella missiva firmata dalla 42enne Elin Mattsson vengono stigmatizzate le carenze delle istituzioni scolastiche italiane: "Volevamo sperimentare il vostro clima e la vostra cultura fantastici ma le cose non sono andate come previsto", diceva Mattsson, raccontando di classi rumorose, insegnanti poco competenti nell'insegnamento dell'inglese, urla dei docenti e nessuna possibilità di svolgere attività all'aperto. Fatte le valigie per la Spagna, la famiglia di Mattsson è andata via. Ma in piazza della Repubblica, sede della scuola frequentata da almeno uno dei suoi figli, le parole lasciate in eredità alla Sicilia continuano a echeggiare.

Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha risposto  che "la scuola italilana ha docenti e dirigenti di assoluto valore, e che con stipendi modesti svolgono un eccellente lavoro". Il problema, per i genitori siracusani sentiti da Fanpage.it, è anche lì: "Si userà questa lettera per cambiare le cose? Sarà un modo per avviare un dibattito e una riforma?", chiede un padre mentre attende la figlia, in seconda elementare. "Io sono anche un'insegnante, oltre che una mamma", spiega Vanila Cerami, docente al liceo artistico aretuseo. "È chiaro che le condizioni in cui siamo costretti a lavorare, i mille ostacoli anche burocratici influiscono sulla qualità del livello didattico. E poi ci sono temi con i quali non posso non essere d'accordo: la mancanza di spazi aperti, e verdi, dove potere respirare è un fatto che non si può negare. Il problema è il sistema".

"Io vengo dalla Russia, da San Pietroburgo, mi sono trasferita qui dieci anni fa", spiega un'altra mamma. Il figlio è appena uscito da scuola, fa ancora le elementari, e la faccenda della lettera la conosce perfino lui. "Russia e Finlandia, forse perché sono vicine, hanno sistemi scolastici molto simili. In Russia i bambini già a otto, nove anni vanno a scuola da soli, non hanno bisogno di essere accompagnati e ripresi, se abitano vicini. Ogni quaranta minuti fanno un break e parte delle attività, se fa bel tempo, si svolgono all'aperto", prosegue. "Penso che per i più piccoli, soprattutto, le cose qui siano peggiori che altrove. Crescendo, invece, migliorano".

Però, sono sempre i servizi che mancano. "Da noi a scuola si fanno colazione, pranzo e merenda, si resta fino al pomeriggio. Per i genitori che lavorano è una grande cosa. Qui, invece, non si può nemmeno proporre una cosa del genere. So che il pomeriggio c'è qualche sperimentazione di dopo scuola per i bambini, ma credo riguardi una sola sezione". Il tempo pieno è l'altro grande assente, assieme allo spazio, negli istituti scolastici siciliani.

"Io ritengo che il nostro sistema scolastico sia ancora un modello per tanti altri Stati", sottolinea il sindaco di Siracusa Francesco Italia, raggiunto al telefono da Fanpage.it. "Ogni sistema è tarato sul Paese in cui è nato. Va compreso cosa c'è del nostro sistema che va bene, e ci metto le qualità dei professori, e cosa invece c'è che non va bene e che deve essere cambiato", continua il primo cittadino. "Parliamo dell'edilizia scolastica e delle infrastrutture. Poi va capito quello che si può realizzare: il tempo pieno obbligatorio nella scuola primaria, una straordinaria opportunità soprattutto per i contesti più fragili e per le famiglie che hanno meno possibilità di dedicarsi ai propri figli". Passare il pomeriggio a scuola, per fare sport, attività creative, "esprimere i propri talenti". Avendo strutture adatte e personale sufficiente per poterlo fare, s'intende.

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