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Evasori fiscali ma in casa avevano rarissimo pesce drago venduto anche a 300mila euro

Avrebbero evaso il fisco per anni non pagando ingenti somme allo stato ma vivevano in una casa di lusso nella quale avevano anche piazzato un acquario con all’interno un esemplare del rarissimo e costosissimo “pesce drago”, un animale che può arrivare a costare fino a 300 mila euro al mercato nero.
A cura di Antonio Palma
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Avrebbero evaso il fisco per anni non pagando ingenti somme allo stato ma vivevano in una casa di lusso nella quale avevano anche piazzato un acquario con all’interno un esemplare del rarissimo e costosissimo "pesce drago", il pesce "più ambito del mondo" come viene definito dagli appassionati del settore. Protagonisti due imprenditori di origine cinese residenti ad Alcamo, in provincia di Trapani, accusati di evasione fiscale per oltre 3 milioni di euro. La scoperta del raro esemplare di pesce drago è avvenuta ad opera dei finanzieri del comando provinciale di Trapani nell’ambito di una perquisizione domiciliare  dei due commercianti ordinata dalla magistratura.

Entrando in casa, infatti, i militari delle Fiamme Gialle si sono imbattuti in contanti per un valore di 70mila euro ma anche in un enorme acquario con all’interno il pesce che è stato  così sequestrato al pari dei soldi. Del resto il pesce drago o arowana asiatico (Scleropages Formosus) appartiene ad una costosa specie d'acqua dolce originaria del sud-est asiatico i cui esemplari possono raggiungere, in natura, anche 90 cm di lunghezza ed un prezzo che può arrivare fino a 300 mila euro al mercato nero. Pur essendo in via di estinzione,  infatti, il possesso del pesce drago, secondo la cultura orientale, è indice di agiatezza economica e preminenza sociale e per questo spesso l’animale viene detenuto in violazione delle convenzioni internazionali.

Così avevano pensato di fare anche i due coniugi cinesi di 56 e 57 anni. Secondo la ricostruzione dei militari del nucleo polizia economico-finanziaria, la coppia – lui amministratore unico di una srl, lei titolare di una ditta individuale di articoli per la casa cessata nel 2017 – aveva trasferito gli asset di quest’ultima, particolarmente indebitata nei confronti del fisco, poco prima della sua formale chiusura, a una Srl attraverso una simulata cessione di un ramo d’azienda.

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