Evade 21 euro e 51 centesimi, riceve una condanna a 2 mesi e 20 giorni

Per colpa della dichiarazione dei redditi del 2004 un imprenditore di Latina è stato costretto a vedersela con la giustizia e alla fine ha ricevuto una condanna definitiva a due mesi e 20 giorni di reclusione. I giudici l’hanno condannato a questa pena (sospesa) per evasione fiscale. Quanto aveva evaso per dover ascoltare tale verdetto? Ventuno euro e 51 centesimi. All’imprenditore erano state contestate delle fatture per operazioni inesistenti per un importo complessivo di 107.59 euro, con la conseguente sottrazione al fisco di un introito Iva – appunto – di 21.51 euro.
L’importo esiguo non conta per i giudici – Una cifra che appare irrisoria ma che ha spinto lo stesso i giudici a richiedere una condanna anche perché i magistrati avrebbero rilevato che andava esclusa la buona fede dell’imprenditore. L’imputato non avrebbe potuto non sapere che le fatture in oggetto riguardassero operazioni inesistenti. Per i giudici l’importo esiguo proprio non conta e dunque, in conseguenza di tale sentenza, l’imprenditore di Latina si troverà a dover scontare quattro giorni di reclusione per ogni euro di imposta evasa, oltre a pagare le spese processuali.