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Eurostat: al Sud Italia 4 delle 5 regioni con il minor tasso di occupazione in tutta l’Ue

Quattro regioni del Sud Italia sono tra le cinque in tutta l’Ue con il minor tasso di occupazione. L’ultimo posto spetta a Mayotte, regione francese che però si trova in Africa. Subito dopo, in fondo alla graduatoria, troviamo Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. Il dato generale italiano si attesta 10 punti percentuali sotto la media comunitaria.
A cura di Stefano Rizzuti
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Maglia nera in Europa per quattro regioni italiane per il tasso di occupazione. Tra le cinque regioni con un minor tasso di occupazione in tutta l’Ue, infatti, ce ne sono ben quattro italiane. Al Sud Italia troviamo un dato secondo cui metà delle persone tra i 20 e i 64 anni ha un lavoro, contro una media comunitaria che si attesta al 73,1%. A rivelarlo sono i dati Eurostat riferiti al 2018. L’unico primato negativo che non spetta all’Italia è quello dell’ultima regione in assoluto per questa graduatoria: in fondo alla classifica, infatti, troviamo la Mayotte, una regione d’oltremare francese che si trova in Africa, vicino al Madagscar. In quel caso il tasso di occupazione per le persone tra i 20 e i 64 anni è del 40,8%. Viene seguita, seppur a leggera distanza, dalla Sicilia con il 44,1% e dalla Campania con il 45,3%. Poi troviamo ancora la Calabria al 45,6% e la Puglia al 49,4%.

L’Italia nel suo complesso ha un tasso di occupazione medio più alto di quello della Grecia: siamo al 63% contro il 59,5% di Atene. Ma il divario tra le varie regioni è ampio e lo dimostrano non solo i dati del Sud, ma anche quelli di alcune regioni del Nord come l’Emilia Romagna (occupazione al 74,4%) e la provincia di Bolzano, dove si tocca addirittura il 79%. Negli ultimi anni tra i paesi che hanno fatto segnare una crescita più marcata c’è la Spagna, passata dal 59,9% del 2014 al 63% di oggi. Dati lontanissimi, comunque, da quelli della Svezia (siamo all’82,6%) e, in particolare, della regione di Stoccolma dove si registra la più alta percentuale di tutta Europa, con l’85,7%.

Per l’Italia pesa la scarsa partecipazione al mondo del lavoro delle donne: tra i 20 e i 64 anni la percentuale di donna che lavora è solo del 53,1%. Per capire la differenza, basti pensare che il dato medio Ue è del 67,4%, con punte superiori al 75% in Germania. Ma anche in questo caso si registrano differenze enormi all’interno del nostro stesso Paese: si passa dal 66,9% dell’Emilia Romagna (dato superiore anche alla media comunitaria) al 31,5% della Sicilia. Cifre non molto diverse nelle altre regioni del Sud: 31,9% in Campania, 33,5% in Calabria, 35,6% in Puglia. Un dato imparagonabile, per esempio, con quello della regione di Stoccolma, dove lavora l’84,3% delle donne. Proprio la questione occupazionale in Italia e, in particolare, al Sud, è il motivo che ha portato Cgil, Cisl e Uil a convocare una manifestazione unitaria a Reggio Calabria, in corso oggi. I sindacati chiedono al governo di cambiare direzione sulla politica industriale e sugli investimenti.

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