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Esclusa dalla polizia a due mesi dalla fine del corso per un tatuaggio cancellato sul piede

“Ero settima in graduatoria, la scuola mi scelse anche per il calendario benefico del 2020 come rappresentante delle donne della Polizia di Stato” ha raccontato Karen Bergami, 31enne bolognese. Il Ministero dell’interno infatti ha fatto ricorso davanti al Consiglio di Stato che gli ha dato ragione.
A cura di Antonio Palma
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Dopo un concorso vinto per l'accesso e alla scuola per allievi agenti, stava per coronare il suo sogno di entrare finalmente in polizia quando alle visite mediche è stata esclusa per un  tatuaggio "in zona non coperta dall’uniforme", peccato però che quel tatuaggio sul piede fatto a 16 anni era già sparito, eliminato col laser che però ha lasciato un alone rosso sulla pelle. È la storia di Karen Bergami, 31enne bolognese che ora intende fare ricorso in Cassazione e persino alla Convenzione europea peri i diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali per vedere riconoscere il suo diritto di entrare nel corpo di polizia di stato.

La 31enne aveva provato a entrare  in polizia già nel 2018 quando il suo sogno si è infranto davanti a quel piccolo tatuaggio: una rosa dei venti sul dorso del piede destro fatto quando era minorenne. Senza farsi prendere dallo sconforto aveva subito cancellato quel tatuaggio ripresentandosi l'anno dopo. A questo punto l'amara sorpresa della nuova bocciatura per lo stesso tatuaggio ormai in fase di rimozione avanzata. "Ero settima in graduatoria, la scuola mi scelse anche per il calendario benefico del 2020 come rappresentante delle donne della Polizia di Stato, mi hanno sempre definito un elemento eccellente e adesso il mio sogno rischia di essere stroncato" ha raccontato al Resto del Carlino l'aspirante agente.

Immediata la decisione di ricorrere al Tar che ha accolto in pieno le sue richieste  permettendole così di proseguire il corso. Karen quindi ha proseguito brillantemente il percorso ottenendo anche l’idoneità al secondo anno ma otto mesi dopo la doccia fredda: il Ministero dell'interno ha impugnato la sentenza davanti al Consiglio di Stato che gli ha dato ragione permettendo alla polizia di escludere Karen Bergami da ogni incarico dopo aver frequentato 16 su 18 mesi complessivi del corso.

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