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Ergastolo ostativo, sì ai permessi premio anche ai detenuti che non collaborano con la giustizia

La Corte Costituzionale ha parzialmente bocciato l’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario sul cosiddetto carcere ostativo e aperto per la prima volta alla possibilità che anche i condannati all’ergastolo per reati di mafia, che non intendano collaborare con la giustizia, possano accedere a permessi premio.
A cura di Davide Falcioni
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La Corte Costituzionale ha parzialmente bocciato l'articolo 4 bis dell'ordinamento penitenziario sul cosiddetto carcere ostativo e aperto per la prima volta alla possibilità che anche i condannati all'ergastolo per reati di mafia, che non siano collaboratori di giustizia, possano accedere a permessi premio. Con questa sentenza da parte dei giudici della Consulta è stato accolto un ricorso presentato dai magistrati del tribunale di sorveglianza di Perugia in merito ai casi degli egastolani Sebastiano Cannizzaro e Pietro Pavone. "La Corte – si legge in una nota – ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4 bis, comma 1, dell'Ordinamento penitenziario nella parte in cui non prevede la concessione di permessi premio in assenza di collaborazione con la giustizia, anche se sono stati acquisiti elementi tali da escludere sia l'attualità della partecipazione all'associazione criminale sia, più in generale, il pericolo del ripristino di collegamenti con la criminalità organizzata. Sempre che, ovviamente, il condannato abbia dato piena prova di partecipazione al percorso rieducativo".

La sentenza della Corte Costituzionale stabilisce dunque che i giudici di sorveglianza dovranno in ogni caso valutare la "pericolosità sociale" del detenuto e non sarà più motivo di rifiuto ("ostativo") il fatto che il recluso non abbia mai collaborato con la magistratura. Nelle scorse settimane anche la Corte Europea per i diritti dell’uomo aveva stabilito che negare dei benefici "a prescindere" di un detenuto, solo in base al tipo di reati a cui è stato condannato, è da considerare una violazione. Dopo la sentenza di oggi della Consulta saranno presumibilmente molti i condannati che potranno fare ricorso e chiedere di beneficiare di permessi premio pur non avendo mai voluto collaborare con la giustizia.

Cos'è l'ergastolo ostativo

L'ergastolo ostativo è un provvedimento che venne inserito all'interno dell'ordinamento penitenziario italiano a seguito delle stragi di mafia in cui vennero uccisi anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, oltre agli uomini della loro scorta. In quel periodo, all'inizio degli anni '90, in molti ritennero necessario un inasprimento delle pene nei confronti dei mafiosi. Il provvedimento è regolato dall'articolo 4bis per cui chi commette reati particolarmente gravi, come ad esempio quelli di mafia, non può beneficiare delle misure alternative alla detenzione, quali possono essere, il lavoro all'esterno del carcere, alcuni tipi di permesso o la libertà condizionale.

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