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Entravano nelle case degli anziani e li narcotizzavano: recuperata refurtiva per 50mila euro

Operazione dei carabinieri di Reggio Emilia: la banda si presentava alla porta di anziani con falsi distintivi e divise di forze di polizia o di società erogatrici di servizi. “Metta danaro e oro nel frigorifero per evitare contaminazioni”, e così narcotizzavano le vittime per derubarle. I responsabili finiti in manette nel corso di un’operazione scattata all’alba nel torinese.
A cura di Susanna Picone
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Immagine di repertorio
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Riuscivano a entrare nelle case degli anziani con l’inganno, li narcotizzavano e li derubavano. Operazione dei carabinieri di Reggio Emilia, che hanno recuperato oltre 50.000 euro di refurtiva e fermato una banda che si presentava alla porta di anziani con falsi distintivi e divise di forze di polizia o di società erogatrici di servizi. Parlantina sciolta, convincente quanto basta, i ladri con la scusa dell'acqua contaminata o di perdite di gas riuscivano ad accedere nelle case. "Metta danaro e oro nel frigorifero per evitare contaminazioni", una delle “scuse” utilizzate per convincere le vittime a prendere preziosi. E quando la vittima di turno fidandosi lo faceva veniva stordita con gas al peperoncino per poi essere derubata di tutti i risparmi e talvolta anche dei ricordi di una vita come, nel caso di un anziano reggiano, a cui hanno rubato la fede nuziale della defunta moglie, poi recuperata dai carabinieri.

Gli arresti all'alba nel Torinese

Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Reggio Emilia, hanno consentito di identificare gli autori ora finiti in manette nel corso di un'operazione scattata all'alba di oggi nel torinese dove, anche in collaborazione con i colleghi di quella provincia, i carabinieri hanno operato gli arresti. I militari reggiani, nel corso delle attività, hanno recuperato refurtiva per un valore di oltre 50.000 euro provento dei colpi sequestrando l'autovettura usata per i colpi, un'Audi A3 munita di targhe clonate, guanti, svariati attrezzi da scasso per aprire casseforti, pettorine con la scritta polizia locale, disturbatori di frequenze per cellulari onde impedire alle vittime di chiedere aiuto e un apparato radio sintonizzato sulle frequenze di polizia e carabinieri, una paletta della protezione civile e vari spray al peperoncino utilizzati per stordire le vittime.

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