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“Devo parlarti, ho ucciso mamma e papà”: la confessione nella notte di Turazza alla sua coinquilina

Il racconto della donna che da qualche tempo viveva con Osvaldo Turazza, l’uomo di 55 anni accusato del duplice omicidio dei suoi genitori Giampaolo Turazza e Wilma Vezzaro a Verona: è stata lei a convincerlo a costituirsi.
A cura di Susanna Picone
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I coniugi uccisi e il figlio arrestato
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"Ho preso il coltello da cucina e le ho tagliato la gola. Ma lei era ancora viva. A quel punto è arrivato papà, urlando, e io allora gli ho piantato il coltello e l’ho ucciso davanti agli occhi di mamma. E poi è morta anche lei": a raccogliere e parlare di questa terrificante confessione è Sara, una donna di 44 anni che da qualche tempo condivideva casa con Osvaldo Turazza, l’uomo accusato del duplice omicidio dei suoi genitori a Verona.

Sarebbe stato proprio lui, come ha raccontato la donna ai quotidiani, a confessarle nella notte che cosa aveva fatto. "Stasera li ho uccisi. Ho ucciso mia mamma e mio papà", le parole del 54enne alla coinquilina.

Giampaolo Turazza e Wilma Vezzaro, i due pensionati di 75 e 73 anni uccisi a Verona, avevano adottato quel figlio che ha poi confessato i delitti quando era appena maggiorenne. Un uomo che da circa un mese e mezzo viveva in questo appartamento insieme a Sara. Alle 5 del mattino, secondo il racconto di Sara, il terribile racconto.

"L’ho conosciuto qualche settimana fa in un bar – le parole della donna riportate dal Corriere della Sera – e gli ho offerto di venire a vivere qui: ho pensato che potessimo darci una mano a vicenda. Dormiva sul divano, in cambio mi doveva dare un po’ di soldi, visto che adesso lavorava per un’impresa di pulizie". Le era sembrato una brava persona, nonostante i problemi di dipendenze da droghe. "Ad ogni modo non è mai stato violento. Anzi, a suo modo, era pronto ad aiutare gli altri".

Osvaldo Turazza
Osvaldo Turazza

Inizialmente, dopo aver ucciso i genitori, Osvaldo avrebbe raccontato alla coinquilina che aveva notato un taglio sulla mano di esserselo procurato al lavoro. Le gli ha creduto e lo ha aiutato a medicarsi la ferita. Poi è andata a dormire.

Poi, dopo qualche ora, la confessione: "Alle 5 del mattino ha cominciato a bussare alla porta della mia camera, forse si era fatto di qualcosa: ‘Sara, ho bisogno di parlarti’, mi ha detto". Alla donna ha raccontato che quello che doveva dirle era una cosa grave. Lei ha aperto la porta e lo ha ascoltato.

"Mi ha spiegato che sua madre stava cucinando e, per scherzare, gli ha sventolato davanti un coltello da cucina. Ma nel farlo l’ha ferito alla mano, per errore": il racconto della donna. Sarebbe stata la stessa coinquilina del killer reo confesso a convincerlo a costituirsi. "Quando ha finito di dirmi quelle cose, ero sconvolta. Mi sono ubriacata per stordirmi. Avrei voluto cancellare tutto. Mi sono risvegliata nel pomeriggio e Osvaldo era ancora in casa. Ho pensato avesse fame e ho preso un ananas ma lui ha afferrato il coltello e se l’è puntato al petto per suicidarsi. Ci ho messo un po’ a convincerlo a non farlo. Gli ho detto che invece doveva consegnarsi e lui mi ha risposto che ci stava già pensando".

Le vittime
Le vittime

Quindi insieme sono usciti e sono andati verso la caserma della guardia di Finanza: pochi minuti dopo si è fatto arrestare. Le ipotesi al vaglio degli investigatori circa il movente del duplice omicidio si muovono nel contesto dell’uso di stupefacenti: l’arrestato, figlio unico della coppia, non viveva più con i genitori pur mantenendo con loro rapporti per soddisfare le proprie esigenze quotidiane.

"Io i suoi genitori li conoscevo – ha detto ancora la donna -. Sua mamma era una donna gentilissima. A Pasqua mi aveva portato l’uovo di cioccolato. E Osvaldo mi stava dicendo che l’aveva ammazzata. Non ci potevo credere, ma lui aveva una faccia, uno sguardo che mi facevano paura".

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