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Detenuto morto in carcere a Foggia: 13 indagati per omicidio, sette sono agenti di polizia

I reati ipotizzati per i 13 indagati sono – a vario titolo – omicidio preterintenzionale e omicidio colposo nell’esercizio della professione sanitaria: i sospetti, in particolare, sarebbero sette agenti della Polfer, medici e infermieri e un detenuto.
A cura di Davide Falcioni
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Tredici persone sono state iscritte nel registro degli indagati in relazione alla morte di Osama Paolo Harfachi, 30enne foggiano di origini marocchine trovato senza vita il 18 ottobre scorso nel letto della sua cella del carcere di Foggia, dove si trovava dopo essere stato arrestato il 13 ottobre per una rapina.

Le ipotesi di reato per i 13 indagati sono a vario titolo per omicidio preterintenzionale e omicidio colposo nell'esercizio della professione sanitaria: i sospetti, in particolare, sarebbero sette agenti della Polfer, medici e infermieri e un detenuto.

Secondo un primo esame cadaverico il 30enne sarebbe deceduto per "arresto cardiocircolatorio" ma i suoi familiari fin dall'inizio hanno contestato l'ipotesi delle cause naturali e per questo hanno presentato una denuncia. Un ex detenuto, amico della vittima, avrebbe riferito al fratello di Harfachi di averlo visto in carcere particolarmente sofferente, "tutto spezzato" dopo essere stato picchiato.

L'iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto poiché in giornata sarà conferito l'incarico ai consulenti medico-legali per eseguire sia l'autopsia sia l'esame tossicologico sul cadavere del 30enne. In questo modo gli indagati e le persone offese potranno nominare propri consulenti tecnici di parte. Solo il detenuto è indagato anche per spaccio di droga.

Interrogazione parlamentare di Ilaria Cucchi

Del caso ha deciso di interessarsi anche la neo senatrice Ilaria Cucchi, che ha proposto un'interrogazione parlamentare urgente ai Ministri della Giustizia e dell'Interno Piantedosi e Nordio: "Sia fatta subito chiarezza sulle cause che hanno portato alla morte in carcere di Osama Paolo Harfachi, trovato senza vita nel letto della sua cella nel carcere di Foggia". "In particolare è necessario sapere perché ancora oggi venga impedito ai familiari di vedere il corpo del proprio caro", ha aggiunto la senatrice.

"Il fatto grave – sostiene Cucchi – è che ad oggi i familiari non sono stati informati di nessuna autopsia e gli viene tuttora negata la possibilità di vedere la salma del proprio caro anche ai soli fini del riconoscimento, nonostante siano passati ben sei giorni dal rinvenimento del corpo nella cella del carcere. Mi auguro che i nuovi ministri del Governo Meloni facciano al più presto luce sull'ennesimo caso di morte sospetta in carcere".

 Il fratello: "Ha molti segni, voglio sapere come è morto"

"Ha molti segni sul corpo, in particolare sui fianchi", così il fratello di Paolo ai cronisti. "Ci saranno indagini, io non so quanto tempo ci metterò, ma farò di tutto per conoscere la verità sulla morte di mio fratello".

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