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Denunciò stupro durante ritiro di scherma a Chianciano, il legale: “Quella notte nessuno vigilò sui minori”

È iniziato nella mattinata di ieri alle 10 l’incidente probatorio sul caso di violenza sessuale di gruppo denunciato da una campionessa di scherma uzbeka in ritiro a Chianciano. Per la violenza risultano accusati due atleti italiani di 19 e 20 anni.
A cura di Gabriella Mazzeo
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immagine di repertorio
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È iniziato intorno alle 10 di ieri mattina l'incidente probatorio chiesto dalla procura sul caso di violenza sessuale di gruppo denunciato da una giovane campionessa di scherma uzbeka che nel mese di agosto ha denunciato abusi durante un ritiro a Chianciano da parte di altri due atleti italiani di 20 e 19 anni. L'udienza è terminata intorno alle 18, dopo quasi 8 ore di incidente probatorio al quale era presente la vittima, accompagnata dalla mamma, e gli avvocati difensori dei due indagati.

La ragazza ha dato la sua versione dei fatti davanti alle autorità. Durante il racconto, ha spiegato a Fanpage.it il suo legale Luciano Guidarelli, la giovane ha attraversato alcuni momenti di difficoltà, crolli psicologici e crisi di pianto. "Non è facile, era molto provata dalla situazione – ha ribadito l'avvocato -. Speriamo che adesso si senta un po' più sollevata per intraprendere un percorso di recupero. Per fortuna con lei c'erano anche i suoi familiari, che l'hanno assistita durante tutto l'incidente probatorio".

Avvocato, la ragazza ha continuato ad allenarsi in questi mesi?

Fortunatamente sì, anche perché per lei questo sport è stato anche una valvola di sfogo. È molto provata dalla vicenda, speriamo che adesso possa iniziare il suo percorso psicologico per stare meglio, ma non è facile. Non lo è neppure per la famiglia che oggi è arrivata con lei dal Messico per starle accanto durante l'udienza.

La vittima rischiava di incontrare i suoi aguzzini durante gli allenamenti?

Sì, anche se questo accade in contesti di allenamento internazionali. Si tratta di un ulteriore trauma per una ragazzina già provata. Ora però la situazione è un po' cambiata con la loro autosospensione.

Lei aveva denunciato scarsi controlli da parte dell'organizzazione del camping per giovani atleti, chi aveva secondo lei il dovere di vigilare?

Il camping è stato organizzato dall'associazione Associazione Schermistica Lucchese "Oreste Puliti". Chiaramente controllare tutti quei ragazzi insieme non è facile, ma ci si sarebbe aspettato un minimo di vigilanza in più soprattutto per quanto riguardava i minorenni. Gli adolescenti uscivano autonomamente la sera e ovviamente in quei casi è difficile controllare, ma noi sosteniamo che poteva essere fatto molto di più anche per evitare che tra gli atleti iniziassero a girare sostanze stupefacenti, come invece è successo.

Cosa farete dopo questo incidente probatorio?

A bocce ferme ragioneremo su cosa fare, per il momento la mia assistita ha raccontato quanto le è accaduto e speriamo si sia liberata anche di un peso. Adesso è tornata in Messico con la famiglia, anche perché tra una settimana inizierà ad allenarsi per le prossime olimpiadi e deve restare concentrata.

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