Campionessa di scherma violentata a Chianciano, il legale: “Forse stordita con la droga dello stupro”
Era partita per il ritiro a Chianciano Terme con l'entusiasmo dei 17 anni e con la voglia di preparare al meglio la stagione di scherma con altre promesse dello sport, ma la prima notte di ritiro si è trasformata in un incubo. Dal mese di agosto, la campionessa ha dovuto fare i conti con la violenza sessuale subìta da tre "colleghi" della squadra italiana. La ragazza, di origini uzbeke, era ancora minorenne all'epoca dei fatti e oggi è costretta a rivedere i suoi aggressori durante le gare. A difenderla c'è l'avvocato Luciano Guidarelli, che ha rotto il silenzio denunciando l'inerzia della Procura che non avrebbe attivato il codice rosso e l'indifferenza di Federscherma che non avrebbe preso provvedimenti a carico dei tre indagati.
Subito dopo l'esplosione del caso, Federscherma ha annunciato di volersi costituire parte lesa qualora i tre giovani venissero "rinviati a giudizio". "Il fatto che non siano stati sanzionati – ha spiegato Guidarelli – o sospesi dalla loro attività agonistica ha reso possibile un nuovo incontro durante le gare e altri ritiri con conseguenti traumi. Non abbiamo avuto provvedimenti e neppure solidarietà nei confronti della vittima".
Secondo quanto ricostruito in seguito alla denuncia, la ragazza sarebbe stata drogata durante una festa con gli altri atleti. Nella birra bevuta dalla giovane, infatti, sarebbe stata versata la cosiddetta "droga dello stupro". A confermare la teoria, stando a quanto riferito dalla ragazza, il fatto che al suo risveglio ricordasse poco e nulla della notte appena trascorsa e i giramenti di testa lamentati. Il malessere generale sarebbe stato confermato dai valori anomali emersi dagli esami del sangue.
"Mi sono svegliata con lividi e dolori – ha raccontato la 17enne -. Uno di loro era accanto a me, gli altri due in piedi che scherzavano e facevano allusioni ridendo". Secondo il legale Guidarelli, c'è il forte sospetto che la giovane sia stata drogata. "Ci sono valori anomali degli esami del sangue che non possiamo spiegare in altro modo. Parliamo di fatti gravissimi, per questo resta lo sconcerto per il silenzio di tutti questi mesi".
La Federazione ha replicato con una nota alle accuse nei suoi confronti: “Abbiamo avuto confronti diretti con la magistratura al fine di conoscere la situazione e gli sviluppi dell’attività investigativa, nel rispetto del segreto istruttorio. Sulla base di tali informazioni e rassicurazioni acquisite, la Federazione ha dettagliatamente risposto all’avvocato della denunciante, depositando anche la nomina per una costituzione di parte civile nell’eventuale giudizio. Valuteremo tutte le azioni necessarie a tutela della propria immagine e a difesa di quel che ogni giorno afferma nelle sale di tutta Italia”.
Sarà la Procura di Siena a cercare riscontri su quanto accaduto. Agli indagati (di cui uno minorenne) sono stati sequestrati i cellulari e attraverso l'analisi dei dispositivi elettronici potrebbero arrivare spunti utili a ricostruire il tutto. Lo scopo di chi indaga è quello di chiarire, ora, se esistano dei video della violenza.
Gli indagati avrebbero respinto le accuse. I due maggiorenni sono assistiti dall'avvocato Enrico De Martino.