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Campionessa di scherma 17enne violentata da 3 atleti a Chianciano: “Ora li rivedo nelle gare”

Una giovane promessa della scherma di 17 anni è stata violentata da 3 persone a Chianciano Terme durante un ritiro. La ragazza ha denunciato l’accaduto alle autorità, ma secondo quanto reso noto dal legale continua a vedere i suoi aggressori durante le gare.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Immagine di repertorio
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Una campionessa di scherma emergente ha denunciato una violenza sessuale durante un ritiro tra atleti a Chianciano Terme. La giovane, ancora minorenne all'epoca dei fatti, è una promessa della scherma a livello mondiale: gareggia con sciabola e maglia dell'Uzbekistan, ha all'attivo un medagliere da prima in classifica mondiale nella sua categoria. La ragazza, di circa 17 anni, ha partecipato anche ai Mondiali all'Allianz Convention Centre di Milano per portare a casa punti punti importanti per la qualificazione ai Giochi Olimpici di Parigi.

Proprio in Italia la campionessa sarebbe stata aggredita da altri tre atleti: il tutto è accaduto nella notte tra il 4 e il 5 agosto, quando la ragazzina si trovava in ritiro insieme agli atleti della Federazione italiana. La mattina dopo, l'adolescente si era risvegliata intontita, incapace di parlare e piena di dolori ovunque, con lividi sul corpo e ferite alle gambe.

Nella stanza dove si era risvegliata, vi erano ancora tre atleti della nazionale azzurra junior. I tre avevano continuato a fare battute esplicite in riferimento alla notte appena trascorsa, ridendo e senza aiutare la 17enne ad alzarsi per tornare nella sua stanza. L'adolescente a fatica era riuscita a tornare in camera e qui chiede aiuto alla compagna di stanza.

Secondo quanto ricostruito, la sera prima della violenza tutti gli atleti erano andati a festeggiare in un bar accanto agli alloggi degli schermidori. Alla compagna di stanza, la 17enne aveva raccontato di aver bevuto una birra e due shot e di non ricordare nulla dopo quel momento. Durante il racconto, l'adolescente aveva intuito di aver subito violenza sessuale e in lacrime aveva chiamato la madre che si era precipitata a Chianciano per portare la figlia in pronto soccorso e denunciare lo stupro.

La ragazzina, per via della sua minore età, era stata presa in carico al Bambin Gesù di Roma. Il 9 agosto, dopo aver ricevuto le cure dei medici, la ragazzina si era presentata in commissariato e aveva raccontato tutto alle forze dell'ordine, assistita dalla madre. Secondo i poliziotti, quello della 17enne è un caso da codice Rosso, ma di fatto non è stato ancora preso alcun provvedimento restrittivo nei confronti degli atleti: due di loro risultano indagati dalla Procura di Siena, ma ancora non c’è stato alcun provvedimento cautelare. L’avvocato della ragazza, Luciano Guidarelli, sta chiedendo da sei mesi, inutilmente, alla Federazione italiana di scherma di intervenire e sospendere i due indagati in via cautelare, come già è stato fatto in passato per un altro caso, quello di Andrea Cassarà che aveva ripreso con il telefonino una minorenne mentre faceva la doccia.

Il legale della ragazza ha inoltrato diverse Pec alla Federazione e si è recato di persona in sede per incontrare il presidente che però, a sua detta, non lo ha ricevuto. "Le indagini alla Procura sono in corso ma di provvedimenti cautelari nemmeno uno", spiega l'avvocato. "Il Codice Rosso – continua – non è evidentemente stato applicato".

La 17enne, sovrastata dal dolore, ha dovuto saltare alcune gare con effetti negativi per i risultati sportivi e per il suo futuro. La madre si dice preoccupata: "Mia figlia è cambiata. Prima sorrideva alla vita, ora il trauma l'ha resa cupa e triste, ho tanta paura per lei".

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