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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Delitto Garlasco, i messaggi tra Paola Cappa e un amico dopo la riapertura delle indagini

Circa 280 sms sarebbero stati scambiati da Paola Cappa, cugina di Chiara Poggi, con un amico dopo l’apertura della nuova inchiesta sul delitto della villetta di Garlasco per il quale è stato già condannato Alberto Stasi. Le nuove indagini, che vedono indagato solo Andrea Sempio, che ha confermato di non conoscere Stefania Cappa e la sorella, stanno incrociando dati, verbali, tabulati e intercettazioni raccolte all’epoca per riesaminarli.
A cura di Antonio Palma
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Dubbi e ipotesi su quanto accaduto a Garlasco ma anche congetture e supposizioni sulle piste investigative su cui indagavano gli inquirenti dopo il delitto di Chiara Poggi. Sono questi i temi al centro di molti dei messaggi che Paola Cappa, cugina di Chiara, scambiò con un suo amico milanese e che sono emersi dopo l'apertura della nuova inchiesta sul delitto della villetta di Garlasco del 13 agosto 2007 che ha portato a nuove perquisizioni e al ritrovamento di un martello.  Le cugine di Chiara Poggi, Stefania Cappa e la sorella Paola erano finite già sotto i riflettori dopo l'omicidio, ma mai indagate.

"Mi sa che abbiamo incastrato Stasi" sarebbe stato tra i messaggi in questione come rivelato dal settimanale "Giallo" che ha parlato con chi li ha potuti leggere e che li avrebbe ritenuti significativi. Al momento non è chiaro a cosa si riferisca esattamente la frase.

Circa 280 messaggi scambiati da Paola Cappa con l'amico

Molti dei circa 280 messaggi scambiati da Paola Cappa con l'amico avrebbero avuto al centro il caso. Le cugine di Chiara Poggi, Stefania e Paola Cappa, all'epoca del delitto furono convocate in caserma e sentite più volte dagli inquirenti così come altri parenti e amici di famiglia ma mai indagate formalmente. "Sono state le prime a essere messe nel mirino. In passato erano stati fatti tutti gli accertamenti su di loro: erano stati acquisiti i tabulati, sono state intercettate e preso il dna. Tutti conclusero che non c'entrarono nulla su quello che è accaduto a Chiara" ha ricordato a Fanpage.it l'avvocato dei genitori Poggi.

L'alibi delle gemelle Cappa per il delitto di Garlasco

Gli inquirenti che analizzarono i loro spostamenti e alibi non trovarono nulla di significativo che le collegasse al delitto e non c'era alcun collegamento neanche tra loro e Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara e ora indagato da alcuni mesi nella nuova inchiesta della Procura di Pavia. Lo stesso Sempio ha confermato di non aver mai conosciuto nessuna delle due sorelle per via dell'età che divideva i gruppi di giovani all'epoca dei fatti.

Durante le prime indagini, alcuni testimoni raccontarono di averle viste la mattina del delitto ma le due avevano indicato un alibi raccontando di essere state a casa la mattina con la madre, che aveva confermato, e  Stefania aggiunse di essere andata in piscina a mezzogiorno. Tutte dichiarazioni che ora sono di nuovo al vaglio degli inquirenti che stanno incrociando dati, verbali, tabulati e intercettazioni raccolte all'epoca per riesaminarli oltre a varie perquisizioni che hanno portato al ritrovamento di un martello in un canale. Inoltre "l'assassino indossava un paio di scarpe che non sarebbero compatibili con il numero di piede di queste ragazze, di cui una aveva una gamba rotta nel periodo dell'omicidio" ha ricordato l'avvocato dei Poggi.

Il fotomontaggio con Chiara Poggi dopo il delitto

Le due ragazze erano finite al centro dell'attenzione mediatica poco dopo l'omicidio quando si presentarono davanti al cancello di casa Poggi, dove deposero un mazzo di fiori e una foto in cui le due erano ritratte insieme con la cugina ma era un fotomontaggio. Il caso venne archiviato come stranezza anche se una successiva intercettazione di una conversazione tra Paola Cappa e la nonna si faceva riferimento proprio ai rapporti familiari. "Odio gli zii, non li sopporto più, mi hanno rotto. Non voglio che vengano qui. Se io e Stefania siamo ridotte così è per questa storia qua" aveva detto Paola.

I rapporti in famiglia però pare fossero tesi già prima. Un'amica e collega di Chiara Poggi, infatti, raccontando di alcune confidenze della vittima, agli inquirenti rivelò che Chiara le aveva parlato delle due cugine facendole "capire che in tutta la famiglia c'era qualche tensione in quanto una delle due era anoressica e questo si ripercuoteva sui rapporti familiari".

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