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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Cucchi, parla l’ex moglie del carabiniere: “Mio marito si vantò dopo il pestaggio”

L’ex moglie di Raffaele D’Alessandro, il carabiniere accusato di aver pestato Stefano Cucchi, in un’intervista al Corriere della Sera dice che è pronta a testimoniare, ma racconta anche di aver paura.
A cura di Susanna Picone
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Agli atti dell'inchiesta bis per la morte di Stefano Cucchi è spuntato l'audio di un'intercettazione di una telefonata tra un carabiniere, Raffaele D’Alessandro, e l'ex moglie, Anna Carino. In quella telefonata si parla di un pestaggio cui sarebbe stato sottoposto il giovane romano morto nel 2009. A un certo punto la donna dice all’ex che era stato lui stesso a raccontare “a tanta gente quello che hai fatto” e cioè “di quanto vi eravate divertiti a picchiare quel drogato di merda”. Durante gli interrogatori Anna Carino ha confermato che l'ex marito gli aveva raccontato dell'arresto e del pestaggio di Cucchi, versione che ha adesso ribadito anche in un’intervista al Corriere della Sera.

Il racconto della ex moglie di D’Alessandro – “Stefano Cucchi? Credevo che fossero esagerazioni di mio marito. Diceva: ‘Lo abbiamo pestato noi quel tossico…’. Si vantava: lui è sempre stato così nel suo lavoro: ‘ho fatto questo, ho fatto quello’, ‘ho avuto una missione importante’ e così via. Tra carabinieri fanno così. Poi la radio ha trasmesso un’intercettazione in cui lui stesso parla con gli amici: ‘Ragazzi ci dobbiamo far dare la sospensione della pena… Non è un’ammissione questa? La mia telefonata con lui ha fatto il giro dei siti. E sapete i commenti? La sua ex — dicono — vuole vendicarsi’”, così la donna sulla vicenda Cucchi. La donna racconta dei fatti avvenuti nel 2010, quando sembrava “che i colpevoli fossero altri” e lui “credeva di averla fatta franca, era compiaciuto”. Anna Carino ha detto che l’ex marito, un uomo definito “spavaldo”, aveva come lei 24 anni all’epoca.

“Parlò del pestaggio quando l’inchiesta prese un’altra strada” – Al Corriere ha detto che testimonierà se verrà chiamata, ma di non sapere altro di più: “Diceva che quella notte era in borghese come piaceva a lui. Odiava stare qui in provincia con la divisa addosso. Mi rimproverava sempre: ‘per colpa tua sono dovuto venire in questo posto di m…’. E che il ragazzo, un tossicodipendente fu pestato. Raffaele mi parlò di Cucchi solo dopo che la prima indagine, quella che non è arrivata da nessuna parte, aveva preso un’altra strada. Penso volesse vantarsi per averla scampata. Nessuno li cercava più”. La donna ha anche ammesso di aver paura: “Penso che – ha detto – prima o poi, a riflettori spenti, potrebbe decidere di vendicarsi nei confronti di tutti noi”.

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