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Covid, l’allarme di Oxfam-Emergency: “Le varianti possono rendere i vaccini inefficaci in un anno”

Un’indagine della People’s Veccine Alliance rivela che, secondo più dei due terzi degli epidemiologi intervistati, abbiamo meno di un anno per vaccinare tutta la popolazione mondiale prima che le varianti del Covid-19 rendano i vaccini inefficaci. Oxfam e Emergency indicano la strada per raggiungere questo obiettivo: “Le case farmaceutiche rinuncino ai diritti di proprietà intellettuale sui vaccini”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Lo sforzo enorme fatto finora potrebbe diventare inutile. Ma, anche stavolta, tutto dipende da noi. Per non ricominciare da capo serve una campagna di vaccinazione di massa, a livello globale, e va completata in tempi brevi. Le varianti del Covid-19 presto prenderanno il sopravvento sul virus originario e questo potrebbe allungare nettamente il tempo necessario per sconfiggere definitivamente la pandemia. L'allarme viene lanciato da Emergency e Oxfam, che rilanciano un'indagine realizzata dalla People's Veccine Alliance: sono stati intervistati 77 epidemiologi provenienti da 28 Paesi diversi e i due terzi di loro concordano sul fatto che abbiamo un anno (al massimo) prima di vanificare l'efficacia dei vaccini sviluppati finora contro il Covid. Uno su tre pensa che il tempo a disposizione sia addirittura meno di nove mesi.

Il virus potrebbe mutare ancora e ancora, rendendo inutili i vaccini. Perciò è fondamentale vaccinare la popolazione mondiale e farlo in tempi brevi: solo meno di un epidemiologo su otto, tra gli intervistati, crede che i vaccini funzioneranno comunque. L'88% di loro pensa invece che, se non si allarga la copertura vaccinale a tutti i Paesi del mondo, gli Stati dove non vengono somministrati potrebbero diventare sorgenti di nuove mutazioni che potrebbero resistere ai vaccini. Secondo i dati a disposizione del Pva, proseguendo con questo ritmo, nel 2021, sarà vaccinata solo il 10% della popolazione dei Paesi in via di sviluppo. "Questa è una guerra che i paesi ricchi non possono vincere da soli", spiega Antonino Di Caro, virologo dello Spallanzani di Roma.

L'Oxfam e gli esperi suggeriscono la sospensione della proprietà intellettuale, per garantire un aumento delle dosi disponibili: "Assistiamo ancora alla difesa dei monopoli di Big Pharma da parte dei Paesi ricchi, con la conseguenza che una manciata di colossi farmaceutici decidono chi debba vivere o morire", commentano Sara Albiani, responsabile salute globale di Oxfam Italia e Rossella Miccio, presidente di Emergency. Bene lo sprint nel piano vaccinale del nostro Paese, ma "se anche l’Italia, insieme alle Ue, non si impegneranno a fondo per un cambio di impostazione sulle cause che stanno determinando la carenza di dosi, ogni sforzo per i prossimi mesi rischia di essere vano". Perciò è necessario fare pressione sulle case farmaceutiche il prima possibile affinché "rinuncino ai diritti di proprietà intellettuale sui vaccini". Il rischio, se non si ottiene il via libera, è che anche i nuovi vaccini, che verranno sviluppati per contrastare le varianti del Covid, saranno sotto il monopolio dell'industria farmaceutica. L'unico modo di uscire da questo "circolo vizioso" è rendere i vaccini "un bene pubblico globale".

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