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Vaiolo delle scimmie in Italia ed Europa

Cosa dicono i virologi sul primo caso in Italia di vaiolo delle scimmie

Iss istituisce task force di esperti. Pregliasco: “Attivare rete di segnalazioni”. Bassetti: “Argomento su cui bisogna porre attenzione, ma niente panico”. Oms: “Monitoriamo la situazione”
A cura di Biagio Chiariello
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No agli allarmismi, sì alla cautela. Questo il leit motiv dei maggiori virologi italiani dopo che in Italia è stata individuata la prima infezione da vaiolo delle scimmie (monkeypox, MPV). Colpito un giovane tornato dalle Canarie, ora ricoverato all'ospedale Spallanzani di Roma.

Task force Iss

Intanto l'Iss ha costituito una task force composta da esperti del settore "e ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale", si legge in una nota dell'Istituto superiore di Sanità. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) riferisce che è in corso "una valutazione rapida del rischio" e "sarà pubblicata all'inizio della prossima settimana".

Bassetti

"Quello che impressiona di più è la globalizzazione di questo virus. Non bisogna avere panico, però certamente è un argomento su cui bisogna porre attenzione per stoppare sul nascere quella che potrebbe diventare una nuova epidemia". Lo ha detto a Tgcom24 Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dellʼospedale San Martino di Genova. "Un virus che fino a poco tempo fa era stato trasmesso solo dall'animale all'uomo è stato trasmesso da un uomo a un altro uomo. Purtroppo c'è stato il cosiddetto salto di specie: è avvenuto quello che già è successo con il Covid. La situazione però è un po' diversa perché non si tratta di un virus completamente nuovo, lo conosciamo dall'inizio degli anni Cinquanta e fortunatamente è coperto in maniera adeguata dalla vaccinazione antivaiolosa", ha aggiunto Bassetti.

Gismondo

"Assolutamente no panico, ma massima attenzione". Così la microbiologa Maria Rita Gismondo invita a mantenere la calma, agendo però rapidamente. "Per ora si tratta di casi isolati – commenta la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano – Quindi sono casi che si possono assolutamente circoscrivere, visto che vengono correttamente segnalati. Possono e devono essere circoscritti ora", esorta l'esperta.

Clementi

Sulla stessa scia il microbiologo Massimo Clementi: "Niente panico, ma uno studio vigile della situazione, tenendo presente che si tratta di una malattia non molto trasmissibile e anche molto meno grave del vaiolo" dice all'AGI il  professore di microbiologia e virologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano e direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dello stesso nosocomio. "La particolarità questa volta è il fatto che sembrerebbero essersi infettati in un ambito occidentale persone che non hanno fatto passaggi in Paesi dove la malattia è endemica", spiega Clementi. "Non ho informazioni sufficienti sull'entità e l'estensione del contagio, ma l'importante è diagnosticare i casi e tracciarli", conclude.

Pregliasco

Più cauto il virologo Fabrizio Pregliasco: l'aumento dei casi di vaiolo delle scimmie tra Europa e Usa "ovviamente è qualcosa che ci preoccupa", dice.  "Al momento però è necessario solo procedere correttamente con segnalazioni tempestive e un'attenzione specifica nei laboratori" allertati sul tema. Nessun allarmismo, ma bisogna agire con tempestività. "Facciamo attenzione ai casi sospetti e attiviamo una rete nazionale di segnalazione come per le epatiti pediatriche" acute a eziologia sconosciuta, è l'invito del docente dell'università Statale di Milano e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi.

Crisanti

"Non è una malattia nuova e chi la presenta così racconta una bufala clamorosa: è endemica in Congo, abbiamo avuto un cluster nel 2003 negli Stati Uniti e in Sudamerica ci sono stati diversi casi negli anni scorsi" spiega all'AGI il microbiologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Microbiologia molecolare all'Università di Padova, in relazione ai casi di vaiolo delle scimmie scoperti in Europa. "Ci si infetta se si va in contatto con i fluidi corporei di persone infette, ma ha bassa trasmissibilità nell'uomo", aggiunge.

"Ci sono stati casi secondari in Europa – ricorda -, sicuramente animali come i roditori e gli scoiattoli sono via di trasmissione". Inoltre, dice Crisanti, "esistono farmaci per trattarla e un vaccino". "L'unica cosa anomala al momento è l'elevato numero di casi Inghilterra e in Spagna", conclude.

Oms: "Monitoriamo la situazione"

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) "continua a monitorare da vicino la situazione in rapida evoluzione". Per ora, l'Oms "non raccomanda alcuna restrizione per i viaggi e gli scambi commerciali con il Regno Unito sulla base delle informazioni disponibili in questo momento".

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