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Coronavirus, operaio raffineria Saros: “Siamo 3mila e abbiamo solo 20 bagni. Rischiamo di ammalarci”

Tremiladuecento operai, 1.500 diretti e 1.700 dell’indotto, stanno continuando a lavorare alla raffineria Saras di Sarroch, alle porte di Cagliari. L’emergenza coronavirs non ha fermato la manutenzione in corso in queste settimane, avviata a gennaio e programmata fino a marzo. Le condizioni igieniche dei bagni però lascerebbero alquanto a desiderare.
A cura di Davide Falcioni
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Tremiladuecento operai, 1.500 diretti e 1.700 dell'indotto, stanno continuando a lavorare alla raffineria Saras di Sarroch, alle porte di Cagliari. L'emergenza coronavirs non ha fermato la manutenzione in corso in queste settimane, avviata a gennaio e programmata fino a marzo, e anche il colosso fondato da Angelo Moratti è tenuto a rispettare le prescrizioni contenute nell'ultimo decreto del Presidente del Consiglio, che ha imposto misure severe per la sicurezza dei lavoratori. Marco Nappi, segretario regionale della Femca Cisl, nei giprni scorsi ha dichiarato: "Se tutta l'Italia avesse preso le misure che sono state adottate in Saras non ci sarebbe questa emergenza. Prima di tutto i 7-8 lavoratori che sono arrivati dalle ex zone rosse del nord Italia prima dell'ultimo decreto non sono entrati in raffineria e sono in quarantena. Poi è stato stabilito che i lavori che non si possono fare nel rispetto del Dpcm saranno posticipati".

Ma la situazione nello stabilimento non sembra essere delle migliori e le norme igieniche prescritte dal governo non sarebbero state sempre rispettate. A denunciarlo un operaio che ha scritto una lettera al sito Ajò Noas:

 I nostri bagni sono in condizioni pietose, 3.000 persone di ditte d’appalto che sono costretti ad usare una ventina di bagni. Da poco hanno portato altri 30 bagni chimici, ma visto il momento non è il massimo dell’igiene e sono sprovvisti di igienizzante. Non ho mai vissuto una situazione del genere, ma andare a lavoro con l’ansia di rientrare magari contagiando i nostri familiari è una cosa grave, soprattutto perché Saras non prende l’iniziativa di chiudere le manutenzioni che ormai hanno già avviato, e non rinviato, nonostante in Italia ci fossero già tanti contagi. Oltretutto per peggiorare la cosa ci sono tanti lavoratori trasfertisti che non hanno eseguito controlli e continuano ad entrare sul posto di lavoro. Un punto a favore è il servizio di sorveglianza che ovviamente cerca di far mantenere le regole che molto spesso i trasfertisti  ignorano.

Il 14 marzo governo, sindacati e imprese hanno firmato un protocollo per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori dal possibile contagio da nuovo coronavirus e garantire la salubrità dell’ambiente di lavoro. Tra gli obblighi delle imprese c'è quello di assicurare "la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago.  (…) Va garantita la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse, con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi.

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