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Coronavirus: “Il mio vicino è in casa con più di sei persone”. E gli manda i carabinieri

Il caso a Vinovo, vicino Torino: ma la prima delazione è un false allarme: in casa c’erano meno di sei persone e avevano tutte la mascherina. Tra le nuove disposizioni per arginare il diffondersi dell’epidemia vi è anche la “raccomandazione di evitare feste e di ricevere persone non conviventi” in numero “superiore a 6”.
A cura di Biagio Chiariello
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Venerdì sera, per esempio, a Vinovo, alle porte di Torino, è arrivata una denuncia ai carabinieri; un uomo segnalava lo svolgimento di una festa nell’appartamento accanto al suo. “Venite, il mio vicino ha più di 6 persone in casa”. Ha agito così il primo delatore delle feste in famiglia nei giorni della seconda ondata da Covid 19 in Italia. Quando però sono arrivati i carabinieri, si sono accorti che si trattava di un falso allarme: i militari hanno riscontrato la presenza di sole 6 persone, dotate peraltro di mascherina. A riportarlo è La Stampa.

Nella notte del 13, è stato firmato il dpcm di ottobre contenente le nuove misure di contenimento in merito alla diffusione del Covid 19. Il nuovo decreto, firmato dal presidente Giuseppe Conte e dal ministro Roberto Speranza, avrà una durata di trenta giorni. Le nuove restrizioni riguardano tra le altre cose anche le feste private: nelle abitazioni private è "comunque fortemente raccomandato di evitare feste e di ricevere persone non conviventi" in numero "superiore a 6", si legge nel documento. La raccomandazione è di usare anche in questi casi la mascherina, “un’indicazione prudenziale a usare i dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie anche all’interno delle abitazioni private, allorché si sia in presenza di persone non conviventi”.

L’unica eccezione concessa alle feste riguarda quelle “conseguenti alle cerimonie civili o religiose, con la partecipazione massima di 30 persone nel rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti. Tra le cerimonie civili vanno sicuramente ascritte, a titolo esemplificativo, i matrimoni e le unioni civili, mentre le cerimonie religiose comprendono, sempre a titolo di esempio, quelle contemplate dalle confessioni religiose”.

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