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Covid 19

Corinavirus, associazione malattie infettive: “In Italia la letalità è 12 volte più alta”

L’Associazione mondiale delle malattie infettive e i disordini immunologici: “La letalità del coronavirus in Italia è la più alta del mondo ed è dodici volte maggiore rispetto a quella degli altri paesi. Occorre fare più tamponi ed evitare che gli asintomatici trasmettano il virus”.
A cura di Davide Falcioni
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La letalità del coronavirus in Italia è la più alta del mondo ed è dodici volte maggiore rispetto a quella degli altri paesi. A dare un contributo a questo triste primato "sono l'eterogeneità dei trattamenti in tutto il territorio e la scarsa tracciabilità dei casi positivi asintomatici a cui non viene effettuato il tampone nonostante siano stati a stretto contatto con uno o più pazienti accertati, contribuendo in modo inarrestabile alla crescita del contagio". Questo il monito dell'Associazione mondiale delle malattie infettive e i disordini immunologici (Waidid), presieduta da Susanna Esposito, che lancia un importante appello per combattere la pandemia chiedendo anche di basarsi sull'esperienza degli esperti cinesi. "Diagnosi precoce, isolamento e trattamento sono i cardini per tenere a bada l'epidemia. Ma la tracciabilità si rivela fondamentale", dichiara, spiegando che "i positivi asintomatici o paucisintomatici continuano a mantenere alta la circolazione del virus", sottolinea.

Secondo Susanna Esposito, docente di Pediatria all’università di Parma, "recenti dati pubblicati su ‘The Lancet’ dimostrano come la mediana dell'eliminazione virale sia di 21 giorni e non di 14 giorni. Ciò significa che una parte di positivi in Italia circola liberamente perché non sa di essere positiva e un'altra parte esce di casa ancora positiva dopo la quarantena domiciliare di 14 giorni, perché nessuno controlla che il tampone si sia negativizzato".

Per la presidente dell'Associazione mondiale delle malattie infettive e i disordini immunologici "è corretto invitare la popolazione a stare a casa, ma non basta. È essenziale che ai contatti stretti di casi positivi sia effettuato il tampone per la ricerca di Covid-19, cosa che finora è avvenuta in una assoluta minoranza di situazioni", suggerisce ancora la Waidid . "Medici, infermieri e operatori sanitari ogni giorno curano decine di malati Covid-19 positivi senza alcun tipo di controllo. Lo stesso – sottolinea Esposito – vale per i familiari di casi positivi che non presentano alcun sintomo, ma che in realtà possono essere infetti da Covid-19 e continuare a contagiare. Inoltre, molto importante è rivedere, e continuamente aggiornare a seconda delle evidenze progressivamente disponibili, la modalità di trattamento, che ad oggi risulta essere differente tra un Centro e l'altro".

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