Chi sono i 133 cardinali elettori che devono eleggere il nuovo Papa: 17 sono italiani

Gli occhi del mondo sono tutti puntati su Roma e sulla Cappella Sistina dove mercoledì 7 maggio i cardinali elettori si riuniranno per eleggere il successore di Papa Francesco, morto lo scorso 21 aprile a causa di un ictus. Nel corso del conclave sarà scelto il nuovo Pontefice: per avere la fumata bianca "si richiedono almeno i due terzi dei suffragi, computati sulla base degli elettori presenti e votanti". Tuttavia, siccome dei 135 cardinali elettori due non parteciperanno per motivi di salute, il numero totale dei votanti scende a 133. Di conseguenza, il quorum necessario per l'elezione del nuovo Papa si abbassa a 89 voti, come previsto dalla Costituzione Apostolica "Universi Dominici Gregis". In totale arrivano da 71 paesi. Il continente più rappresentato nel conclave è ancora l'Europa, seppur ridimensionata rispetto al passato, da cui arriva il 39% dei cardinali elettori, tra cui 17 sono italiani. Altri 23 cardinali elettori sono asiatici (17%), 18 africani (13,3%), 17 sudamericani (12,6%), 16 nordamericani (11,8%), 4 centroamericani (3%) e 4 dell’Oceania (3%). Ben 108 sono stati nominati negli ultimi anni da Bergoglio.
Chi sono i cardinali italiani che partecipano al Conclave
Tra i cardinali elettori, il gruppo più numeroso è quello degli italiani. Ne sono 17 e tra di loro ci sono alcuni di coloro che sono stati indicati come i favoriti per diventare il successore di Papa Francesco, come il segretario di Stato Pietro Parolin, il presidente della Cei Matteo Zuppi e il Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa. Oltre a loro, ci sono Domenico Battaglia (arcivescovo metropolita di Napoli), Giuseppe Betori (arcivescovo emerito di Firenze), Angelo De Donatis (già penitenziere maggiore), Fabio Baggio (già sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale), Fernando Filoni (gran maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme), Mauro Gambetti (arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano), Claudio Gugerotti (già prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali), Francesco Montenegro (arcivescovo emerito di Agrigento), Augusto Paolo Lojudice (arcivescovo metropolita di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino), Giuseppe Petrocchi (arcivescovo metropolita dell’Aquila), Baldassare Reina (vescovo ausiliare di Roma), Roberto Repole (arcivescovo metropolita di Torino e Susa), Marcello Semeraro (già prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi), Mario Zenari (nunzio apostolico in Siria), Oscar Cantoni (vescovo di Como).
I cardinali elettori europei
Arrivano dal resto d'Europa altri 36 cardinali elettori. Dalla Francia arrivano Jean-Marc Aveline (arcivescovo metropolita di Marsigli), François-Xavier Bustillo (vescovo di Ajaccio), Dominique Mamberti (prefetto emerito della Segnatura apostolica e che proferirà l'Habemus Papam), e Christophe Pierre (nunzio apostolico negli Stati Uniti). Sono spagnoli, invece, Antonio Cañizares Llovera (arcivescovo emerito di Valencia), José Cobo Cano (arcivescovo di Madrid), Ángel Fernández Artime (rettore maggiore dei salesiani), Juan José Omella Omella (arcivescovo di Barcellona), e Carlos Osoro Sierra (arcivescovo emerito di Madrid).
In quattro arrivano dalla Polonia: Konrad Krajewski (già elemosiniere di Sua Santità), Kazimierz Nycz (arcivescovo di Varsavia), Stanisław Ryłko (arciprete emerito della Basilica di Santa Maria Maggiore), Grzegorz Ryś (arcivescovo di Łódź). La Germania è rappresentata da soli tre cardinali elettori: Reinhard Marx (arcivescovo di Monaco e Frisinga), Gerhard Ludwig Müller (prefetto emerito del Dicastero per la dottrina della fede) e Rainer Maria Woelki (arcivescovo di Colonia). Dal Belgio ce ne è uno solo, ed è Jozef De Kesel (arcivescovo emerito di Malines-Bruxelles), mentre dal Regno Unito ne sono tre: Gerard Vincent Nichols (arcivescovo di Westminster), Timothy Peter Joseph Radcliffe (domenicano, teologo e predicatore) e Arthur Roche (già prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti). Dalla Svezia arriva uno dei favoriti all'elezione, il carmelitano Anders Arborelius.
I cardinali elettori provenienti dagli altri continenti
Gli altri continenti al Conclave saranno rappresentati da 23 cardinali elettori asiatici (17%), 18 africani (13,3%), 17 sudamericani (12,6%), 16 nordamericani (11,8%), 4 centroamericani (3%) e 4 dell’Oceania (3%). Tra i favoriti al soglio pontificio c'è il filippino Luis Antonio Tagle, soprannominato il "Bergoglio asiatico". Dall'Africa arrivano invece, tra gli altri, il cardinale congolese Fridolin Ambongo Besungu, anche lui vicino a Bergoglio, ma contro le aperture alla comunità Lgbt, e il cardinale conservatore ghanese Peter Turkson. Per la prima volta hanno cardinali elettori autoctoni 15 Stati, da una parte all'altra del Pianeta, tra cui da Haiti il cardinale Chibly Langlois, da Capo Verde Arlindo Furtado Gomes, dal Myanmar Charles Maung Bo, dalla Repubblica Centrafricana Dieudonné Nzapalainga, dalla Papua Nuova Guinea John Ribat, dalla Malesia Sebastian Francis. Il più lontano da Roma è il cardinale neozelandese John Atcherley Dew, che per partecipare al conclave ha impiegato ben 30 ore di volo.