Chi è il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, vicino a Papa Francesco ma contro le aperture alla comunità Lgbt

Già subito dopo la morte di Papa Francesco e molto prima di sapere la data del Conclave, che inizierà il prossimo 7 maggio, tra i nomi dei candidati ‘papabili' c'era già quello del cardinale Fridolin Ambongo Besungu.
Il porporato congolese, 65 anni, frate cappuccino e arcivescovo di Kinshasa, ha assunto la carica nel 2019. Nonostante sia stato proprio Bergoglio a nominarlo cardinale, viene considerato uno dei candidati ‘conservatori' per le dure critiche espresse nel 2023 contro le aperture del Pontefice verso la comunità Lgbt+, in particolare la benedizione delle coppie omosessuali.
Ambongo Besungu all'epoca si era fatto promotore di un documento firmato dai vescovi africani contro la dichiarazione "Fiducia supplicans" di Francesco che concedeva alle coppie composte da persone dello stesso sesso questa benedizione.
“In Africa l’omosessualità non esiste. Si possono benedire gli omosessuali come si fa con i criminali, ma per convertire, non per promuovere le devianze”, aveva scritto.
Tuttavia, sembrerebbe l'unico vero motivo di contrasto con Bergoglio. Al papa defunto Ambongo Besungu era vicino sulla sinodalità, cioè sulla necessità di un governo della Chiesa maggiormente plurale e aperto ai fedeli. Inoltre, condivideva con Francesco la critica all'Occidente, visto come neocoloniale, predatorio e privo di valori.
Il cardinale ha più volte condannato lo sfruttamento delle risorse naturali africane da parte dei paesi ricchi e ha sostenuto la necessità di combattere il riscaldamento globale con le rinnovabili.

Ambongo Besungu ha però espresso posizioni ancora più radicali di quelle di Francesco, attaccando le agenzie dell'Onu, che a suo dire diffonderebbero l'ideologia Lgbt con il ricatto degli aiuti economici.
Secondo il cardinale africano, l'Occidente sarebbe nemico del matrimonio, della famiglia e della procreazione, e sarebbe per questo costretto a cercare lavoratori in Africa.
Nel suo Paese, tra il 2016 e il 2018, è stato critico verso l'ex presidente Joseph Kabila, accusandolo di non voler andare al voto per non perdere il potere. Ha sostenuto i congolesi che chiedevano le elezioni e ha condannato la sanguinosa repressione delle proteste.
Da vicepresidente della Conferenza episcopale congolese nel 2017 ha mediato per porre fine agli scontri interni e per arrivare ad elezioni l'anno successivo. Nel 2024 la magistratura congolese lo ha indagato per "affermazioni sediziose, false voci, incitamento delle popolazioni alla rivolta e attentati”.
Se da un lato le sue posizioni omofobe e ultraconservatrici potrebbero giocare a suo sfavore, il profilo del porporato congolese ha come punti di forza la solida formazione teologica, l'ordine di appartenenza, l'età e l'essere portavoce dell'emergente clero africano.
Bisogna infatti ricordare che, sebbene molti cardinali elettori sono stati scelti da Papa Francesco, non è scontato che il Conclave nominerà un Pontefice progressista, aperto alla modernità e in continuità con Bergoglio.