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Chi era la donna morta nell’incidente della seggiovia in Alto Adige: caduta da 7 metri con l’amica

Erna Perathoner Moroder, 83enne di Ortiesei, era molto attiva nel mondo del volontariato, così come l’amica 55enne Maria, ora ricoverata a Bolzano a seguito della caduta avvenuta ieri all’Alpe di Siusi. I carabinieri stanno cercando di capire cosa sia successo.
A cura di Biagio Chiariello
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Si chiamava Erna Perathoner Moroder ed era di Ortisei, in val Gardena, la donna 83enne che è morta ieri 25 gennaio mentre veniva trasportata da una seggiovia sull'Alpe di Siusi, in Alto Adige. La dinamica dell'incidente è ancora da chiarire, ma nella caduta, da un'altezza di sette metri, è rimasta coinvolta anche un’altra donna, una sua amica, che era seduta accanto alla vittima.

Per Erna si sono rivelati troppo gravi i traumi riportati alla testa e al torace oltre a fratture multiple su tutto il corpo. L'amica 55enne, Maria, potrebbe essere precipitata mentre cercava di trattenere la 83enne. Ora è ricoverata all'ospedale a Bolzano in gravi condizioni con un grave trauma al torace, lesioni alla testa e alla colonna vertebrale e una gamba rotta. Ha detto di non ricordare nulla dei drammatici momenti dell'incidente limitandosi a riferire che si trovavano sulla parte della discesa dell’impianto e non di risalita.

Erna e Maria erano molto attive nel mondo del volontariato. L'83enne era anche presidente dell'associazione San Vincenzo di Ortisei.

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Sulla dinamica dei fatti stanno ora indagando i carabinieri. L'impianto di risalita a quattro posti Goldknopf/Punta d'Oro, dove è avvenuta la tragedia, si trova all'interno del territorio del comune di Castelrotto. Collega le liste Paradiso e Floralpina, è stato costruito nel 2002 da Doppemayr e revisionato lo scorso anno con la sostituzione di tutti i seggiolini: aveva superato tutti i collaudi ed era quindi perfettamente a norma.

Gli investigatori hanno già sentito diversi testimoni e stanno visionando anche le immagini della videosorveglianza, oltre ad acquisire i dati della “scatola nera” della seggiovia, da cui si può, ad esempio, capire se stesse mantenendo la giusta velocità o effettuato frenate improvvise.

Al momento l'ipotesi più accreditata è che una delle due donne (o forse entrambe) non sia riuscita a mantenere una posizione corretta sui seggiolini, restando quindi in posizione precaria per poi cadere. L'altra potrebbe averla seguita irrimediabilmente mentre provava a trattenerla. Una tesi comunque tutta da confermare.

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