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Svolta nell’omicidio di chef Alessio Madeddu: arrestato un panettiere, ha confessato

L’omicidio dello chef di “4 ristoranti” a una svolta: nella notte avrebbe confessato il presunto killer di Alessio Madeddu, noto cuoco sardo di 52 anni trovato morto davanti al suo locale, Sabor’e Mari, in località Porto Budello a Teulada, sulla costa sud occidentale della Sardegna. Si tratta di un panettiere: avrebbe ucciso per “motivi passionali”.
A cura di Susanna Picone
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Sarebbe a una svolta l’omicidio di Alessio Madeddu, lo chef di 52 anni noto per aver partecipato anche al programma di Alessandro Borghese “4 ristoranti” trovato morto ieri davanti al suo locale, Sabor'e Mari, in località Porto Budello a Teulada, sulla costa sud occidentale della Sardegna. Nella notte, davanti al pm Rita Cariello, un uomo avrebbe confessato di essere l’autore del delitto. L’assassino di Madeddu sarebbe un panettiere di Sant’Anna Arresi, il 43enne Angelo Brancasi, forse una donna contesa all’origine del delitto. Sentito ieri sera dagli inquirenti, Brancasi, difeso dall'avvocato Roberto Zanda, ha ammesso subito di aver ucciso il titolare del ristorante per ragioni passionali e di essersi pentito. Avrebbe raccontato agli investigatori, stando alle prime indiscrezioni, di aver ucciso lo chef perché geloso della moglie che lavorava al ristorante e con la quale la vittima avrebbe avuto una relazione clandestina. Ieri il panettiere si è presentato a Porto Budello: inizialmente il dialogo fra i due sarebbe stato “tranquillo”, poi la situazione è degenerata. Brancasi avrebbe aggredito Madeddu, che avrebbe tentato invano a difendersi con un’accetta. La vittima avrebbe anche lanciato un oggetto contro l'auto di Brancasi, danneggiandola.L'uomo è stato portato in carcere a Uta (Cagliari). Lo chef, secondo la prima ricostruzione, è stato massacrato di botte e colpito ripetutamente al fianco, al collo e alla schiena con un'accetta e altri oggetti contundenti. Poi è stato abbandonato davanti al suo ristorante in una pozza di sangue. Si è parlato di una spedizione punitiva in piena regola.

Un omicidio brutale su cui stanno lavorando i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cagliari, i colleghi della Compagnia di Carbonia e gli specialisti del Ris. Già nelle ore successive al delitto era emersa la notizia che alcune persone sospettate erano state portate in caserma. A scoprire il delitto giovedì mattina era stata la figlia del noto cuoco e pescatore sardo, che era andata a trovarlo. Dallo scorso marzo la vittima era agli arresti domiciliari dopo la condanna a sei anni e otto mesi ottenuta per aver aggredito i carabinieri e aver ribaltato la loro auto con una ruspa. Madeddu aveva trascorso cinque mesi in carcere a Uta e dopo la sentenza di primo grado gli erano stati concessi gli arresti domiciliari nella casa collegata al ristorante.

La figlia ha subito dato l’allarme. Arrivati sul posto, i carabinieri hanno trovato accanto al cadavere l’arma utilizzata per il delitto e numerose tracce di sangue, non solo vicino al corpo ma anche lungo la stradina che conduce all'ingresso del ristorante. Tutte le tracce ematiche sono state repertate per il prelievo del Dna. I militari dell’Arma intanto hanno sentito amici, parenti e conoscenti dello chef per ricostruire le ultime ore di vita. Al presunto killer fermato nella notte i carabinieri sono risaliti attraverso testimonianze e le immagini del sistema di videosorveglianza.

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