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Che cosa sono le zone rosse allargate e chi rischia di diventarlo

Le zone rosse si estendono a macchia di leopardo in tutta Italia: quattro comuni lombardi, le provincie di Perugia, Chieti, Ancona, Pescara, Bolzano. Ma potrebbero arrivare anche le zone rosse allargate, ovvero una chiusura anche per i comuni confinanti con quelli che entrano nella fascia più alta di rischio. Deciderà il nuovo governo, mentre domani potrebbe arrivare l’annuncio del passaggio in zona arancione per metà delle Regioni italiane.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Le zone rosse si potrebbero allargare. Nei giorni in cui le nuove varianti del Covid-19 spaventano esperti e cittadini, in cui si dice che bisogna correre con il piano di vaccinazione, gli scienziati spingono per cercare di bloccare la circolazione del virus. Soprattutto in vista di una terza ondata che potrebbe essere ancora più drammatica della seconda, visto come la variante inglese, ma anche quella brasiliana e sudafricana, iniziano a circolare sempre più insistentemente in Italia. Perciò i comuni vicini a quelli individuati come zona rossa, perché focolai di Covid-19, dovranno essere sottoposti alle stesse misure. L'obiettivo è ancora una volta spezzare la catena di trasmissione, ora che le varianti la velocizzano.

A rischio ci sono tutti i comuni che si trovano intorno alle zone rosse, che nel frattempo rischiano di aumentare ulteriormente. Al momento sono i quattro comuni lombardi – Viggiù (Varese), Mede (Pavia), Castrezzato (Brescia) e Bollate (Milano) – la provincia di Perugia in Umbria e quella di Chieti in Abruzzo, quella autonoma di Bolzano. E poi anche Pescara, ancora in Abruzzo, e Ancona nelle Marche. Se dovesse passare la linea delle zone rosse allargate, potrebbero essere chiusi a loro volta tutti i comuni confinanti con quelli appena citati, ma anche quelli che si trovassero vicini a nuove zone rosse. Il senso è chiaro: bloccare il virus e le sue mutazioni, cercando di circoscrivere il problema.

Le zone rosse si estendono a macchia di leopardo per tutta la penisola, mentre domani il nuovo monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità potrebbe far tornare alcune Regioni in zona arancione. Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Marche e Lombardia rischiano di lasciare nuovamente la zona gialla e tornare ad inasprire le misure restrittive di contrasto al Covid-19. Nel frattempo il Dpcm si avvia verso la sua scadenza naturale il 5 marzo, termine entro il quale il nuovo governo dovrà decidere come procedere nelle prossime settimane, se mantenere o no l'impianto a zone, se confermare le misure restrittive. Ma anche se cambiare strumento per legiferare, forse abbandonando la parola che abbiamo imparato tutti un anno fa: Dpcm, decreto del presidente del Consiglio dei ministri.

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