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Catturato Fabio Perrone, ergastolano in fuga da novembre: aveva un kalashnikov

Perrone evase dall’ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove era stato accompagnato per una visita, sparando colpi di pistola, ferendo tre persone e scappando via con un’auto. Lo hanno trovato nel suo paese d’origine in Puglia.
A cura di Susanna Picone
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È stato arrestato Fabio Perrone, l'ergastolano di 42 anni evaso il 6 novembre dello scorso anno approfittando di un esame medico a cui doveva sottoporsi all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Perrone si era nascosto a Trepuzzi, paese in provincia di Lecce, di cui è originario. Lo hanno trovato agenti della squadra mobile della Questura di Lecce e agenti della polizia penitenziaria a casa di alcuni parenti. Oltre a lui è stata arrestata anche la persona che lo ospitava, Stefano Renna, incensurato di 32 anni. Perrone era armato, aveva anche un kalashnikov, ed era pronto a sparare. Ha tentato di fuggire ma è stato bloccato sul terrazzo dell'abitazione dove era nascosto, in via 2 giugno.

La spettacolare evasione di novembre – Quella dell’ergastolano Fabio Perrone era stata una evasione da film, con una caccia all'uomo che fino a oggi ha mobilitato costantemente nella zona polizia, carabinieri e polizia penitenziaria. Il 42enne evase dall'ospedale di Lecce sparando con una pistola sottratta a uno degli agenti che lo avevano accompagnato. Ferì tre persone in maniera lieve e scappò via con un’auto sottratta durante la rocambolesca fuga a una donna alla quale aveva puntato la pistola alla tempia, nel parcheggio dell'ospedale. Quel giorno avrebbe agito senza premeditazione, approfittando di alcune circostanze: gli era stato infatti comunicato solo la sera prima che la mattina seguente sarebbe stato portato in ospedale. In questi mesi da evaso sarebbe stato poi costantemente protetto da numerose persone, anche da insospettabili.

La soddisfazione delle forze dell’ordine – “È stato un lavoro di squadra, un lavoro nostro, della squadra mobile, della polizia penitenziaria abbiamo lavorato senza risparmiarci. Devo dire grazie a tutti: questo è stato il risultato raggiunto senza invidie e gelosie, coordinati dalla magistratura in modo eccellente. Un ottimo lavoro di squadra”, il commento a caldo che la dirigente della Squadra Mobile Sabrina Manzone ha rilasciato a un'emittente locale. “Appena lo abbiamo arrestato gli ho detto: ‘Triglietta (così l’ergastolano è conosciuto nell’ambiente della criminalità pugliese, ndr) sei fritto’ manifestando così la nostra soddisfazione”, ha detto invece Riccardo Secci, comandante delle polizia penitenziaria.

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