Catania, corruzione allʼIspettorato del Lavoro: in manette politici e dirigenti, 9 indagati

Una vera e propria bufera giudiziaria si è abbattuta questa mattina sugli uffici dellʼIspettorato del Lavoro di Catania. All’alba di giovedì infatti i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale etneo, hanno eseguito 9 misure cautelari personali nei confronti di altrettante persone, tra dirigenti pubblici e politici, ritenute coinvolte in un vasto giro di corruzione che interessa il locale ispettorato del lavoro. Le accuse a vario titolo nei confronti degli indagati sono di corruzione continuata, soppressione di atti, falsità materiale e ideologica di atti pubblici in relazione a condotte illecite verificatesi all’interno dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Catania tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018.
Sono quattro le persone finite in manette e per le quali il giudice ha disposto gli arresti domiciliari, per altre 5 invece disposte solo misure interdittive dalla professione. Per il direttore e la responsabile legale dell'ufficio dell'Ispettorato, un ex deputato regionale e un ex consigliere del Comune di Catania sono scattati gli arresti. Si tratta dell'ex deputato regionale Marco Forzese, del direttore dell'ispettorato del lavoro Amich, del legale Trovato e dell'ex consigliere comunale Antonio Nicotra. Tra i destinatari degli altri provvedimenti restrittivi figurano invece il direttore sanitario dell'Asp, Franco Luca, che si dichiara estraneo ai fatti, due professionisti e due imprenditori. I provvedimenti sono arrivati al termine di una complessa indagine portata vanti dalle Fiamme Gialle di Catania e coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica etnea guidata da Carmelo Zuccaro che aveva preso avvio dalla constatazione di falsi atti in materia di lavoro in nero.