video suggerito
video suggerito
Referendum 2025

Quanti italiani voteranno ai referendum su cittadinanza e lavoro secondo i sondaggi politici

Mancano un mese esatto ai referendum su cittadinanza e lavoro e l’attenzione è tutta rivolta all’affluenza. Cosa decideranno di fare gli italiani i prossimi 8 e 9 giugno? Andranno a votare o prevarrà l’astensione? Ecco cosa dice l’ultimo sondaggio Ipsos.
A cura di Giulia Casula
127 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Mancano un mese esatto ai referendum su cittadinanza e lavoro e l'attenzione è tutta rivolta all'affluenza. L'esito della consultazione dell'8 e 9 giugno dipenderà dal raggiungimento del quorum, ossia la soglia – pari al 50%+1 degli aventi diritto – necessaria perché il referendum passi.

Nelle ultime ore sono tornate a crescere le polemiche per le richieste da più esponenti del governo, tra cui il presidente del Senato Ignazio La Russa, perché non si vada a votare, sabotando in questo modo la riuscita del referendum. C'è poi la questione delle date scelte per il voto: anziché accorparlo con il primo turno delle comunali (previsto per il 25 e 26 maggio) si è preferito optare per l'8 e 9 giugno. Una scelta che, con le scuole chiuse e l'estate alle porte, secondo alcuni penalizzerebbe la sfida per il quorum.

Ad ogni modo le opposizioni si sono schierate contro gli appelli della maggioranza, rinnovando l'invito a partecipare al voto. E dunque, cosa decideranno di fare gli italiani i prossimi 8 e 9 giugno? Si recheranno alle urne o prevarrà l'astensione? Una domanda a cui ha cercato di rispondere l'ultimo sondaggio condotto dall'Istituto Ipsos, che ha stimato un'affluenza tra il 32% e il 38%. Se così fosse, il referendum non passerebbe perché non riuscirebbe a raggiungere la soglia di partecipazione richiesta. Un'ipotesi in cui sembrano credere gli stessi intervistati: solo il 18% di loro pensa che il quorum ci sarà, mentre il 42% crede i i numeri dell'affluenza saranno più bassi.

Queste percentuali comunque, variano a seconda dell'orientamento di voto degli intervistati. Negli elettori di Pd e Movimento 5 Stelle la propensione a votare è molto più elevata rispetto agli elettori dei partiti di maggioranza. Ad esempio, complessivamente la percentuale di sostenitori dem con un'alta propensione a votare sono il 64%, mentre salgono al 71% i pentastellati.

In generalepoi , il 62% degli italiani dice di sapere che il referendum si terrà, contro un 32% che non lo sa e un 6% che crede non ci sia alcun voto. Quanto all'importanza riconosciuta alla consultazione, la maggioranza – in totale il 53% – è d'accordo nel ritenerlo un momento importante. Con i vari distinguo, come c'era d'aspettarsi, a seconda degli orientamenti politici.

Quanto ai singoli quesiti, la maggior parte degli intervistati è per il sì. Nel dettaglio, per quel che riguarda i quesiti sul lavoro: l'86% è favorevole all'abrogazione della disciplina dei licenziamenti per i contratti a tutele crescenti prevista dal jobs act; l'85% all'abrogazione di alcune norme sui contratti a tempo determinato; l'87% a cambiare le norme sulla responsabilità in caso di infortuni sul lavoro in caso di appalto e subappalto; il 79% voterà sì alla cancellazione del limite di indennità in caso di licenziamento illegittimo nelle piccole imprese.

Per quanto riguarda il referendum sulla cittadinanza invece, la percentuale è più bassa. Il 66% è deciso a voler abbassare da 10 a 5 anni il soggiorno legale richiesto per diventare cittadini italiani e dunque voterà sì. In quest'ultimo caso si registrano differenze più nette, a seconda delle preferenze politiche, tra gli elettori Pd e M5s, (rispettivamente l'85% e il 79% è favorevole a cambiare le regole sulla cittadinanza), e quelli di Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega (rispettivamente 31%, 41% e 16% per il sì).

127 CONDIVISIONI
37 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views