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Caltanissetta, operai pagati 4 euro all’ora per turni massacranti: dieci arresti per sfruttamento

Gli agenti della Digos di Caltanissetta hanno eseguito 10 misure cautelari, due in carcere e otto ai domiciliari, nei confronti di sei stranieri e quattro italiani accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
A cura di Davide Falcioni
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Gli agenti della Digos di Caltanissetta hanno eseguito 10 misure cautelari, due in carcere e otto ai domiciliari, nei confronti di sei stranieri e quattro italiani accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro: gli indagati avrebbero sfruttato braccianti extracomunitari, facendoli lavorare in campagna con turni massacranti per meno di quattro euro l’ora.

I dieci uomini finiti in manette sono accusati di appartenere ad una organizzazione criminale finalizzata a reclutare manodopera straniera, in larga parte di nazionalità marocchina, da destinare al lavoro nelle campagne in condizioni di sfruttamento. Secondo quanto emerso nelle indagini, alcuni proprietari terrieri e imprenditori agricoli della provincia nissena e agrigentina avrebbero utilizzato, assunto o impiegato la manodopera straniera reclutata dall’organizzazione, sottoponendola a condizioni di lavoro lesive della dignità, della sicurezza e della salute, approfittando del loro stato di bisogno.

In particolare gli stranieri reclutati avrebbero lavorato almeno 8/9 ore al giorno percependo un salario che si aggirava tra i 30/35 euro per ogni giornata lavorativa, decurtato di circa 5/10 euro per le "tasse giornaliere" che sarebbero state imposte dagli autisti membri dell’organizzazione per le spese di trasporto presso le aziende agricole e per la manutenzione dei mezzi utilizzati per svolgere tale attività.

Agli operai non venivano mai dati dispositivi di protezione individuale, spesso sarebbero stati costretti a lavorare anche la domenica, sarebbero stati controllati durante la giornata dal capo dell’organizzazione, o in sua vece dai sodali, o dai proprietari terrieri, con la minaccia di non essere più chiamati qualora non avessero svolto "ad arte" il lavoro di volta in volta assegnatogli.

Sono diversi gli episodi registrati in cui alcuni operai, malgrado avessero manifestato malesseri o impellenti necessità familiari durante la giornata lavorativa, sarebbero stati costretti a rimanere sul luogo di lavoro fino alla fine della giornata e a riprendere l’attività, sotto la minaccia della perdita di ogni futura opportunità lavorativa.

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