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Caldo record in Sicilia, la domenica dei catanesi nella città da bollino rosso

Bollino rosso a Catania, Siracusa, Ragusa, Enna e Palermo. Un anticiclone africano è destinato a portare con sé “temperature elevate e molto elevate”.
A cura di Luisa Santangelo
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Oltre al caldo, i rifiuti. I turisti che affollano Catania non sembrano sorpresi tanto dalle alte temperature, che nei prossimi giorni da bollino rosso dovrebbero sfiorare i 40 gradi, quanto dai cumuli di immondizia nelle vie del centro storico.

Dalle traverse di piazza Duomo a via Crociferi patrimonio dell'Unesco. "Il caldo? Lo cercavamo – dice una donna appena arrivata con la famiglia da Reggio Emilia – Anche perché visitiamo la città, ma poi andiamo al mare. E volevamo proprio goderci il mare con il caldo giusto".

Il "caldo giusto" è quello dell'anticiclone africano Caronte, che i meteorologi danno per fisso sulla Sicilia almeno per un po'. "Continua a essere presente sul Mediterraneo centrale e mantiene condizioni di tempo stabile e soleggiato", scrive il dipartimento di Protezione civile della Regione Siciliana.

Annunciando "un ulteriore aumento delle temperature che registreranno valori massimi elevati o molto elevati". Così, dopo che già il capoluogo etneo era stato bollino rosso per il caldo domenica 26 giugno (temperatura massima percepita 36 gradi), la stessa condizione si replica per lunedì 27 giugno.

Assieme a Catania, bollino rosso anche per Siracusa, Enna, Ragusa e Palermo. E, stando alle previsioni, la situazione non dovrebbe cambiare almeno per un po'.

"Insomma, siamo in Italia d'estate, che potevamo aspettarci?", domanda una giovane messicana arrivata a Catania un mese fa. Rimarrà in Sicilia fino ad agosto.

"Onestamente – aggiunge – la mia prima impressione sulla città non è stata molto positiva per via dell'immondizia. Ma spero che la situazione migliori". E una cittadina di Napoli, in vacanza con il compagno per il tempo di un weekend, rincara la dose: "Catania è bella, ma è sporca, molto sporca. Noi non è che veniamo da una città pulitissima, ma qui è peggio e c'è tanta puzza".

Dovuta alle difficoltà di raccolta della spazzatura a causa della saturazione e della chiusura di alcune delle discariche isolane. Senza posti dove conferire, i rifiuti si accumulano perfino a due passi dai monumenti principali.

Chi non passeggia per il centro, va al mare. Nella spiaggetta di sabbia vulcanica di San Giovanni Li Cuti, borgo marinaro a due passi dal centro città, c'è chi è ben oltre la prima tintarella.

"Vengo al mare almeno da maggio – afferma un ragazzo – Ma sono consapevole che se per me il caldo è un sollievo, per molti altri magari non è così. E poi è la stagione degli incendi…". Solo l'anno scorso un incendio di grandi dimensioni ha devastato il capoluogo etneo: dalla linea di costa fino ai quartieri periferici, arrivando a lambire intere zone e a distruggere alcune abitazioni.

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