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Busta con tre proiettili inviata a Papa Francesco, individuato l’autore

Le forze dell’ordine hanno sequestrato nel centro smistamento postale di Peschiera Borromeo una lettera minatoria indirizzata a Papa Francesco. All’interno della busta vi erano tre cartucce e un biglietto scritto a penna. L’autore del gesto sarebbe stato individuato: si tratta di un uomo già noto ai gendarmi vaticani.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Aveva inviato a Papa Francesco una busta contenente tre proiettili e un biglietto. La destinazione era Città del Vaticano, ma lì la lettera non è mai arrivata. La missiva è stata bloccata al Centro meccanizzato postale di Peschiera Borromeo, nel Milanese, per permettere agli agenti di effettuare tutti i rilievi del caso. A inviare la busta con affrancamento francese sarebbe stato un uomo già noto agli agenti di sicurezza del Vaticano. Secondo le prime indiscrezioni, il responsabile avrebbe già inviato in passato missive dirette alla Santa Sede. Se ne valuta attualmente la pericolosità.

Secondo le forze dell'ordine, l'autore del gesto non si troverebbe sul suolo italiano. Avrebbe scritto infatti la lettera da un luogo non meglio precisato della Francia, procurandosi qui anche il francobollo straniero apposto per l'invio. In attesa di risalire a una localizzazione più precisa, gli inquirenti continuano ad analizzare la busta sequestrata presso il centro di smistamento. Al suo interno vi erano tre proiettili e un biglietto scritto a penna nella quale si fa riferimento ad alcune operazioni finanziarie non meglio specificate. Con i proiettili a pallini di tipo Flobert, calibro 9, anche la copia di un versamento di 10 euro, effettuato in circostanze che sono ancora da chiarire. All'interno della missiva non vi sono riferimenti al mittente, mentre il destinatario è scritto sul retro della busta da lettere con grafia incerta. Secondo i primi rilievi effettuati, il biglietto è scritto in un italiano stentato e rigorosamente a penna. Qui si fa riferimento in maniera confusionaria ad avvenimenti e situazioni vaghe mai specificate. Gli agenti indagano su quanto scritto nella lettera per accertare il grado di pericolosità della minaccia, attualmente ritenuta sotto controllo dai gendarmi vaticani.

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