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Brindisi, 14enne scopre suo video intimo sulle chat, indagato 17enne: analisi sui cellulari

La denuncia della 14enne riguarda un video registrato lo scorso anno, pare all’insaputa della minore, ma è stata presentata solo di recente quando la ragazzina ha scoperto che il filmato era circolato su alcune chat di coetanei.
A cura di Antonio Palma
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Un ragazzo brindisino di 17 anni è indagato dalla Procura dei minori di Lecce con l’accusa di aver diffuso un video a contenuto sessuale che ritrae un momento di intimità con una ragazzina di 14 anni che sarebbe stata filmata a sua insaputa. L’inchiesta è partita dopo la denuncia della stessa minore alla Questura di Brindisi che quindi ha attivato la Procura dei minori di Lecce, competente per territorio.

I fatti si sarebbero consumati in un paese della provincia brindisina dove entrambi i minori vivono. La denuncia riguarda un video registrato lo scorso anno ma è stata presentata solo di recente quando la minore ha scoperto che il filmato era circolato su alcune chat di ragazzini e coetanei. La minore ha spiegato che il video sarebbe stato girato a sua insaputa durante un rapporto intimo col 17enne col quale al tempo aveva avviato un rapporto sentimentale.

Stando sempre al racconto della ragazzina alla polizia, dopo aver saputo del video avrebbe affrontato il 17enne che però avrebbe minacciato di diffondere il filmato online se fosse stato denunciato. Una ricostruzione che ha portato gli inquirenti a ipotizzare anche il reato di minaccia oltre che quello di diffusione illecita di materiale sessualmente esplicito. Ovviamente si tratta di un racconto ancora da verificare e sul quale la Procura salentina ha chiesto immediatamente accertamenti investigativi.

Le indagini procederanno ora attraverso perizie tecniche sui cellulari per chiarire se e come quel video sia stato diffuso. Il sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini ha già disposto il sequestro degli apparecchi e nominato un consulente tecnico per esaminerei i telefoni dei due minori. Alla perizia parteciperanno anche i consulenti di parte.

In attesa dei risultati, che dovranno stabilire da dove sia partita la prima condivisione del filmato, la Squadra mobile sta proseguendo le indagini per accertare l’eventuale coinvolgimento di altri coetanei che avrebbero potuto ricevere il video attraverso le chat.

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