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Bimbe in tenera età segregate e costrette a lavare i panni per punizione: padre insospettabile indagato a Chieti

Le pesanti accuse rivolte a un insospettabile genitore abruzzese, manager d’azienda di Chieti che ora deve rispondere dei reati di maltrattamenti aggravati e continuati nei confronti delle piccole e ora rischia di finire sotto processo.
A cura di Antonio Palma
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Avrebbe segregato in casa per anni le figliolette in tenera età e fino all’età di 7 e 9 anni sottoponendole anche a minacce continue di violenze e insulti gravissimi tanto da spingere le piccole a mentire al giudice. Queste le pesanti accuse rivolte a un insospettabile genitore abruzzese, manager d’azienda di Chieti che ora deve rispondere dei reati di maltrattamenti aggravati e continuati nei confronti delle piccole e ora rischia di finire sotto processo.

Secondo quanto ricostruisce il quotidiano Il Centro, la vicenda risale a diversi anni fa ed era stata già oggetto di indagine dopo una prima denuncia, poi archiviata per una non piena attendibilità delle sorelline che di fronte al giudice avevano ritrattato le prime accuse. Durante la separazione dei genitori delle bimbe, però, una consulenza tecnica d'ufficio ha ribaltato la decisione spingendo un giudice a ordinare la ritrasmissione degli atti ai pubblici ministeri per riaprire l’inchiesta.

Le due minori sono state quindi ascoltate di nuovo dagli uomini della squadra Mobile di Chieti e questa volta hanno ribadito i primi racconti delle violenze del padre, spiegando di aver poi mentito per paura del genitore. Stando al loro racconto, per anni il padre-padrone, all’esterno insospettabile manager d’azienda, in casa le costringeva a rispettare pedissequamente tutte le regole che lui imponeva, sotto la minaccia continua di violenze.

Le piccole in tenera età sarebbero state sottoposte a regole ferree e in caso di errori scattavano punizioni corporali severe come lavare a mano i panni sporchi dopo non essere riuscite a trattenere i bisogni.  Secondo l’accusa, l'imputato insultava e minacciava le figlie rivolgendo loro epiteti orribili anche durante lo svolgimento dei compiti a casa.

In un'occasione le avrebbe minacciate con una balestra costringendo le bambine a restare con lui sotto minaccia continua, terrorizzandole a tal punto da farle mentire persino al giudice della separazione, davanti al quale avevano detto di voler restare con il padre e non con la madre. Quando la Procura ha riaperto il caso e chiesto un incidente probatorio, le due sorelline ormai cresciute di quattro anni, hanno confermato però i maltrattamenti e gli abusi.

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