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Bari, papà in carcere dona rene alla figlia 12enne e le salva la vita: “Bellissimo atto d’amore”

Dopo un anno di dialisi il rene della ragazzina aveva smesso di rispondere e l’unico trattamento che avrebbe potuto salvarla era il trapianto. Suo padre non si è tirato indietro.
A cura di Susanna Picone
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Un trapianto di reni da vivente per salvare una dodicenne. Arriva da Bari, nell’anno record appena chiuso dei 123 trapianti, una storia emozionante che riguarda una ragazzina e suo padre. L’uomo, in stato di detenzione in una struttura penitenziaria, è il donatore del rene che ha salvato sua figlia. Il trapianto è stato eseguito dall'equipe del professor Michele Battaglia, la dodicenne sta bene ed è sotto osservazione periodica del reparto di nefrologia pediatrica. L'insufficienza renale era stata diagnosticata all'ospedale pediatrico Giovanni XXIII dal dottor Mario Giordano.

Il trapianto è arrivato dopo un anno di dialisi: il rene della piccola aveva ormai smesso di rispondere e l'unico trattamento che avrebbe potuto salvarla era appunto il trapianto. Fatte tutte le valutazioni del caso di urologi, nefrologi, immunologi, patologi clinici, psicologi, esperti di imaging, infettivologi, anestesisti-rianimatori, è arrivata l'autorizzazione al prelievo a scopo di trapianto dalla ‘commissione terza' e in questo caso anche dal magistrato di sorveglianza.

Ha parlato di questa storia il Coordinatore del centro regionale trapianti, Loreto Gesualdo: "Questo caso ci ha molto coinvolto e impegnato. Al bellissimo atto di amore paterno è corrisposto il grande impegno del Centro regionale trapianti per rendere possibile un dono che ha superato tutti gli ostacoli e le barriere per salvare la piccola”. "La fase post operatoria ci ha tenuto particolarmente in apprensione – ha aggiunto il professore – Oggi a distanza di settimane continuiamo a registrare la completa ripresa funzionale del rene e siamo felici di aver restituito alla piccola la normalità che ogni bambino merita".

Tramite un videomessaggio la mamma della giovane paziente ha voluto ringraziare chi ha salvato sua figlia: "Ringrazio tutti coloro che hanno donato una seconda vita a mia figlia, e mio marito, al quale non possiamo essere vicino”. Un commento è arrivato anche dal direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore: "Dietro ogni trapianto d'organo ci sono storie di grande umanità. Il sorriso restituito a questa famiglia ci incoraggia ad andare avanti con il programma di trapianto rene da vivente, soprattutto in questo periodo in cui il Covid sta impegnando gli ospedali con sforzi organizzativi maggiori. Il Policlinico di Bari negli ultimi anni è stato tra i primi centri per numero di trapianti da vivente eseguiti in Italia".

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